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<TD class=testo vAlign=top align=left width=560><FONT color=#000080
size=4><STRONG>650mila immigrati irregolari, raddoppiati rispetto al
2007, a fronte di 4 milioni di soggiornanti stranieri. Presentato il
Rapporto Ismu 2009</STRONG></FONT></TD></TR></TBODY></TABLE></TD></TR>
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<DIV><BR><I><STRONG>Il 90% delle presenze nel Centro-Nord mentre cresce il
numero delle presenze nei piccoli centri urbani.</STRONG></I></DIV>
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<DIV><EM></EM> </DIV>
<DIV><BR><BR>20 gennaio 2009<BR>Oltre 4 milioni di immigrati all’inizio
del 2008 con un incremento rispetto all’anno precedente di 350mila unità.
Un incremento “ufficiale” a cui corrisponde un aumento ancor più
consistente del numero degli irregolari, arrivati ad essere oltre 650mila,
il doppio rispetto al 2007.<BR>Sono questi in sintesi i dati che emergono
dal <I>XIV Rapporto sulle Migrazioni</I> presentato ieri a Milano dalla
Fondazione Ismu – Iniziative e studi sulla multietnicità.<BR>La Romania è
il primo gruppo nazionale con 625mila presenze, seguita da Albania
(402mila presenze) e Marocco (366mila). Registrano invece crescite molto
elevate rispetto al 2007 la Polonia (+34%), Moldova (+23,2%), Bangladesh
(+19,6%) e India (+11,6). <BR>I ricercatori dell’Ismu prevedono per il
prossimo futuro una incremento delle presene extraeuropee, attualmente il
43% del totale. <BR>L'immigrazione proveniente da questi Paesi – si legge
nel Rapporto – è destinata a stabilizzarsi, mentre le nazionalità che
vedremo crescere in modo esponenziale sono quelle latinoamericane (Ecuador
e Perù), asiatiche (Filippine, Bangladesh, Pakistan ed India) e africane
(Senegal, Nigeria, Egitto). <BR>Crescita anche per le presenze dei minori
stranieri, quasi raddoppiati negli ultimi quattro anni, che hanno
raggiunto le 767mila unità, con un'incidenza sul totale della popolazione
straniera del 22,3%.<BR>Secondo l’Ismu, alla crescita della presenza
straniera non corrisponde una crescita proporzionale della spesa sociale a
questo dedicata. “Se si considerano anche i benefici legati all'anzianità
– si legge nel Rapporto - si evidenzia un trasferimento netto di risorse
dagli immigrati agli italiani. Più nel dettaglio, si scopre che se gli
italiani versano il 50% di imposte in più rispetto agli immigrati, è pure
vero che usufruiscono di benefici assistenziali e previdenziali tre volte
superiori”. <BR>Il 90% degli stranieri vive nelle regioni del Centro-Nord
ma, rispetto agli anni passati si registra un progressivo spostamento di
presenze dalle grandi città verso i centri minori.<BR>Per Gian Carlo
Blangiardo, curatore del Rapporto e docente dell'Università Bicocca di
Milano “bisogna mettere in discussione l'assioma della convenienza: gli
immigrati non possono risolvere i problemi dell'Italia, né da un punto di
vista lavorativo, né demografico di natalità, né rispetto alle questioni
di welfare”. Secondo Blangiardo nel 2030 presumibilmente gli immigrati
presenti in Italia saranno circa 8 milioni: in vista di questo scenario
bisogna impegnarsi per cercare di favorire i processi di integrazione fin
dall'origine, intervenendo, ad esempio, su un minimo di conoscenza della
società che sta accogliendo”.</DIV>
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