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<P>avrà ancora il nome del piccolo An.</P>
<P>il 17 gennaio a Roma manifestazione per la Palestina, per la strage di Gaza,
una manifestazione sentita e partecipata, farla era dovuto, farla
bisognava..<BR>Io intanto pensavo alle lontane manifestazioni per il Vietnam e
mi è venuta in mente la ballata del piccolo An.<BR>E' una canzone che mi
commuove sempre, mi dico: perché? Non è la solita retorica patriottarda del
tamburino sardo o della piccola vedetta lombarda?<BR>No non è quello, nessuna
retorica patriottarda in chi l’ha composta e in chi partecipava alle
manifestazioni per l'internazionalismo in quegli anni.<BR>In quegli anni c’era
una classe operaia all’attacco e vincente anche in tante
battaglie,l’internazionalismo era parte integrante di un processo collettivo di
rivolta, è vero vi erano componenti di borghesia democratica, illuminata,
progressista, ma la direzione del movimento internazionale l’aveva la classe
appunto perché all’attacco e settori della borghesia si accodavano, cosa altro
dovevano fare se volevano esserci?</P>
<P>Chissà se il viale dei fiori di ylang<BR>Avrà ancora il nome del piccola
An</P>
<P>Non solo domande su fiori e viali mi faccio, mi chiedo, soprattutto, che
movimento per la pace e per l’internazionalismo e di lotta, è questo?<BR>Un
movimento che:<BR>siamo tutti irakeni;<BR>siamo tutti palestinesi;<BR>siamo
tutti clandestini;<BR>siamo tutti Rom<BR>e così via.</P>
<P>No, non è vero: a furia di essere tutti e tutto si diventa nulla.<BR>Si è
perduta la concezione di<BR>SIAMO TUTTI PROLETARI<BR>la concezione e la
consapevolezza di essere quella classe che tutte le categorie racchiude,
riunisce, coalizza per un unico fine: la Rivoluzione, si c’è chi dice che il
proletariato non esiste più, eppure c’è un proletariato e un sottoproletariato
mondiale sottoposto allo sfruttamento più feroce, alla schiavitù: comodo dire
che non c’è più per rinnegare la necessità storica della Rivoluzione.<BR>E’ vero
la classe è stata sconfitta dalla ristrutturazione capitalista, dai tradimenti,
dalla repressione, la classe è frammenta: non è certo la prima volta nella
Storia, c’era, però, la consapevolezza che la vittoria finale era storicamente
raggiungibile un giorno.<BR>C’era la consapevolezza che anche le sconfitte erano
un humus che fecondava la perseveranza nella lotta, c’era la ripresa della lotta
al di là e contro ogni sconfitta : la Comune d i Parigi fu sconfitta sul campo,
ma vinse come esempio di riscatto e speranza futura:, c'era: continueremo a
lottare perché sappiamo che la lotta contro il Sistema Capitale è una lotta di
lunga durata.</P>
<P>Il prevalere della componente borghese e della sua ideologia nel movimento ha
prodotto diversi effetti: intanto non è più un movimento anticapitalista, ma un
movimento contro questa o quella questione specifica, su questo fattore di base
si è innestato una reiterata richiesta giustizialista, invece di prendere in
mano il proprio destino:<BR>LEGGE DELLO STATORISOLVICI IL PROBLEMA, sul fronte
interno e su quello mondiale, scordandosi , tra l'altro, che la legge del più
forte è quella che vince!: Magistratura pensaci tu, Costituzione pensaci tu, ONU
pensaci tu…<BR>In questi tanti anni di guerra duratura non ho sentito dire altro
che la guerra era illegale per questo o quel motivo, questa o quella ragione:
cosa c’entra?<BR>La guerra è la continuazione della politica con altri mezzi, la
guerra è necessaria al sistema produttivo capitalistico come e quanto il lavoro
salariato.<BR>Così è avvenuto che alla condivisione cosciente si è sostituita la
mera rappresentazione.<BR>Non è un caso che le manifestazioni ora siano di un
certo tono spettacolare, escluso solo qualche spezzone minoritario determinato,
no, non è un caso, è il frutto della ideologia borghese che ha preso la testa
non solo dei cortei, purtroppo ha preso pure le teste , con buona fede<BR>di
alcuni con malevola di altri: in ogni caso è una colpa storica grave.</P>
<P>Di certo il viale dei fiori di ylang<BR>ancora si chiama del piccolo An</P>
<P>Le targhe, i nomi, i ritratti si lasciano per dimostrato che così è STATO e
così<BR>Sempre STATO SARA’:</P>
<P>Infatti la guerra del Vietnam anche se era una rivoluzione socialista era nel
contempo una lotta di liberazione nazionale, una lunga lotta che ha visto
alternarsi l’invasione di diverse potenze coloniali, gli USA avevano occupato
tutta l’Indocina e Vietnam e Cambogia erano alleati contro il nemico comune,
fatto sta che poi vedemmo il Vietnam, una volta diventato Stato indipendente
sostituirsi alle potenze straniere nell’area, questa è la fine scontata degli
Stati: Stati più forti che si impongono, Stati più deboli che debbono
soccombere: questo è il risultato concreto, storico degli Stati, Nazioni,
Patrie, Confini.<BR>Ancora oggi fra le montagne del Nord Vietnam, li al confine
tra Vietanm e CINA c'è una guerra contro i Degar una etnia minoritaria composta
da diverse etnie, qualcuno potrebbe dirmi, che esempio porti Vittoria? quelli
erano alleati degli americani! io sto a dire altro, sto dicendo che ancora oggi
c'è una guerra, che agli USA si sono sostituiti Cina e Vietnam, con interessi
connessi, convergenti e divergenti ad altri Stati, Nazioni, Potenze in decadenza
e Potenze in divenire.<BR>Tutti gli Stati alla fine…..finiscono come lo Stato
d’Israele<BR>MA NESSUNA BANDIERA, NESSUNA BANDIERA LUNGO ICONFINI!<BR>E’ una
storia troppo lunga puzza non solo di sangue ma di stantio anche.<BR>No, io
PROLETARI DI TUTTO DEL MONDO UNITEVI non lo getto nella trincee degli
Stati!<BR>Tanto è costata questa linea di condotta e tanto per questo costo
vale, no, no la getto nelle trincee degli Stati!<BR>NON PER IL PACIFISMO
BORGHESE, quale PACE? Qui c’è la realtà della Guerra contro il proletariato
mondiale: questa è la STORIA dove poi si vivono le tragedie delle storie
individuali.</P>
<P>Lottare, si ,lottare si deve<BR>ma solo per la liberazione vera quella
reale<BR>quella che eliminerà lo sfruttamento, il capitale.</P>
<P>Solo la lotta anticapitalista rende certa la fine non solo dello sfruttamento
ma delle guerre anche.<BR>Tornare a capire che quando si lotta sul piano interno
si indebolisce non solo il proprio nemico ma il nemico del proletariato di tutto
il mondo.</P>
<P>Bella manifestazione, si, bella e sentita, ma quanti erano lì con questa
consapevolezza?<BR>diciamoci la verità , c’è solo una minoranza determinata e
combattiva che ha ben chiare lo stato presente delle cose, se non fosse così gli
operai delle fabbriche sarebbero scesi in sciopero: niente armi, elicotteri,
carri armati, l’industria del’armamento invece tira, eccome se tira!<BR>Solo
dalla Grecia, dalla Grecia solo, è arrivato un segnale in questa direzione: dei
portuali hanno fermato una nave, in Grecia, dove c’è una lotta radicale
all’interno.</P>
<P>Bella manifestazione , bella si, ed ora?<BR>Si parla di TRATTATIVE di RITIRI,
incontri più o meno segreti, TUTTE LE PARTI FANNO I CONTI DEI LORO PROFITTI,
tutti hanno vinto, quello che perde è il popolo Gaza, questo è sicuro, i morti e
i vivi e insieme a lui perdiamo tutti .<BR>Anche il Popolo di Israele perde,
tutti perdiamo finché l’uomo si riconoscerà In Stati, Nazioni, Etnie, in questa
o in quella religione, finché non si capisce che ci sono compagni e nemici dei
compagni.<BR>Finché, cioè , non si rimette l’unico confine<BR>tra chi vuole
condividere il pane e chi il pane toglie.<BR>RITIRO, si, fino alla prossima
mattanza, in tutto il mondo in tutto il mondo non solo in Palestina: una
mattanza altra è sempre pronta, il Capitale procede col meccanismo<BR>di
distruzione e ricostruzione : ho detto quale è il modo per sabotarlo, altrimenti
supererà anche questa crisi detta epocale.</P>
<P>Tutti abbiamo gridato e pianto sui bambini uccisi, sulle carni straziate,
sulle rovine.<BR>Un pianto che dura da troppo, troppo tempo.<BR>Tutti si
scandalizzano per i bambini soldati in Africa e intanto tutti crescono
generazioni di soldati per le Patrie, la nostra Patria dicono, la nostra? La
Patria è solo di chi sta al potere!<BR>Disegnano confini, recinti, muri, come
con le bestie da allevamento, senza pascere nemmeno!<BR>fino a quando si è
pronti per il macello.</P>
<P>Che il viale dei fiori di ylang<BR>Mai più porti il nome del piccolo An </P>
<P>vittoria oliva</P>
<P>l’Avamposto degli Incompatibili</P>
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