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<DIV><BR></DIV><STRONG>La Gelmini: troppi insegnanti. Un regolamento riscriverà
le regole di accesso all'università </STRONG>
<DIV id=titolo_big>ItaliaOggi: Prof, scatta la selezione preventiva </DIV>
<DIV class=sotto_titolo_big><SPAN class=data_news>10-02-2009</SPAN> </DIV>
<DIV id=news_testo>
<P>Di Alessandra Ricciardi </P>
<P>Una gara nazionale ab initio e poi controlli a livello regionale </P>
<P>L'assunto è che gli insegnanti abilitatisi negli anni, e che ora premono per
un posto fisso, sono troppi. Tanto da non consentire di dare più soldi alle
scuole per il loro funzionamento, ha detto il ministro dell'istruzione
rispondendo nei giorni scorsi a una interrogazione di Emanuela Ghizzoni (Pd)
alla camera. In realtà, «si sarebbe dovuto procedere ad una razionalizzazione
del personale della scuola, cosa che non è stata fatta», ha detto Mariastella
Gelmini, puntando l'indice contro il governo Prodi reo dell'omissione, «il
risultato è stato un taglio di 560 milioni di euro degli stanziamenti relativi
alle spese di funzionamento delle scuole», come effetto della clausola di
salvaguardia prevista dalla Finanziaria 2007. Insomma, non si è razionalizzato
il personale e il risultato è stato un impoverimento del servizio. Ora, a
invertire la rotta, ci penserà la stessa Gelmini con un regolamento sulla
formazione degli insegnanti che, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, è in corso
di definizione. E così mentre con il disegno di legge Aprea (si veda l'articolo
in pagina) si dovranno riscrivere le regole sulla professione (tre gradini
professionali per la carriera dei docenti) e la governance degli istituti, la
formazione sarà stralciata e deferita a un regolamento ministeriale. Un
provvedimento che manda in soffitta l'attuale sistema delle Siss, le scuole
superiori di abilitazione. Il provvedimento prevede percorsi formativi a numero
programmato e con prova di accesso preventivo a livello nazionale. Ma l'ingresso
selezionato non sarà garanzia di accesso alla professione. Anzi. Per esempio,
per insegnare nella scuola superiore dopo la gara nazionale propedeutica
all'università, si ipotizza un percorso formativo di 5 anni. L'abilitazione
all'esercizio della professione si consegue con una verifica positiva al termine
del tirocinio di un altro anno. A cui, però, non si accede in automatico. Il
regolamento, a cui stanno lavorando gli esperti della Gelmini, infatti prevede
che l'apertura dell'anno di tirocinio formativo sia subordinata alla previsione
annuale di esigenze di docenti a livello regionale. Senza necessità di
professori, niente tirocinio e niente abilitazione. Dalla selezione preventiva
nazionale alla autorizzazione regionale, in futuro l'iter per diventare
insegnanti sarà dunque a ostacoli. Il nuovo meccanismo dovrebbe partire dal
2011/2012. I percorsi saranno diversificati tra scuola dell'infanzia e primaria,
da un lato, e secondaria di primo e di secondo grado, dall'altro. Per il primo
canale, è prevista una laurea quinquennale in cui è compreso il tirocinio.
L'accesso è sempre subordinato al superamento di una prova nazionale. Oggi per
infanzia ed elementare, l'iter prevede 4 anni di università in Scienza della
formazione primaria, il cui titolo finale ha valore abilitante. In assenza di un
concorso selettivo, il docente può iscriversi nella seconda fascia delle
graduatorie di istituto per la chiamata alle supplenze. Nella scuola secondaria
inferiore e superiore, invece, l'attuale percorso è più lungo di quello previsto
dal regolamento Gelmini: laurea di cinque anni e poi la Ssis, di due anni, che
consente di agguantare l'abilitazione. Tra le altre novità del provvedimento in
arrivo, le classi di abilitazioni e i punteggi per i crediti formativi. Niente,
invece, sull'assunzione. Per le modalità di accesso al lavoro la riforma è
rinviata al ddl Aprea.
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