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<H3>Testo unico</H3>
<H1>Senato, colpo di spugna sugli Rls</H1>
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<P id=catenaccio>Un emendamento della Lega al Dl Milleproroghe abolisce i
rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza nelle aziende con meno di 15
dipendenti. Nerozzi (Pd): “Fatto di una gravità inaudita”. E il governo chiede
la fiducia</P>
<DIV id=immagini style="MARGIN-LEFT: 10px"><IMG class=bordo-immagini
title="foto di tschaut (da flickr)"
alt="foto di tschaut (da flickr) (immagini di foto di tschaut (da flickr))"
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<DIV id=testo>“Se l’emendamento della Lega sarà confermato, sarà un fatto di
una gravità inaudita”. Non usa mezzi termini il senatore Paolo Nerozzi (Pd),
nel confermarci al telefono dall’Aula di Palazzo Madama quanto già dettato in
una nota stampa. Pietra dello scandalo è l’ormai famigerato decreto legge
milleproroghe, caravanserraglio che contiene di tutto e anche, purtroppo, una
serie di provvedimenti che depotenziano, se non addirittura scardinano la
legislazione sulla sicurezza sul lavoro.<BR><BR>A complicare la situazione, la
decisione del governo di chiedere la dodicesima fiducia di questa legislatura
sul decreto in questione. Il governo ha infatti presentato un maxiemendamento
al milleproroghe interamente sostitutivo, che tiene però "conto del lavoro
fatto in commissione" - ha spiegato il ministro per i Rapporti con il
Parlamento Elio Vito -, ponendo poi la questione di fiducia. Il dibattito in
aula si avvierà alle 9.30 dell'11 febbraio e il voto finale è atteso
dopo le 13.<BR><BR>Tra i provvedimenti incriminati, un emendamento leghista
approvato per l'appunto in commissione Affari Costituzionali elimina l'obbligo
per le aziende con meno di 15 dipendenti di avere un rappresentante dei
lavoratori per la sicurezza. <BR><BR>“Privare le aziende con meno di 15
dipendenti del rappresentante della sicurezza sui luoghi di lavoro – commenta
Nerozzi - significa mettere ancora di più a repentaglio la vita di molti
lavoratori proprio in quelle aziende, le più piccole appunto, dove il tasso
degli incidenti sul lavoro è più elevato”. “È vergognoso – sottolinea il
senatore ed ex sindacalista Cgil – che davanti al dramma quotidiano degli
incidenti sul lavoro e delle morti bianche, la destra che governa il paese
decida di 'tagliare' sulla prevenzione e sulla trasparenza. Dispiace ancora di
più che questa modifica sia stata introdotta da due esponenti della Lega Nord
che dovrebbero conoscere bene l'organizzazione del mondo del lavoro nelle
piccole e medie imprese cosi' fiorenti soprattutto nel Nord del
paese”.<BR><BR>Un altro emendamento al dl Milleproroghe, questa volta
presentato dal governo, posticipa di un anno i tempi per adeguarsi alle nuove
norme sulla sicurezza varate col Testo Unico. In sostanza, la misura consente
di prorogare a metà maggio 2010 il termine per la presentazione dei decreti
ministeriali con cui si fissano i criteri per la sicurezza sul lavoro in tutti
i settori di attività, privati e pubblici. In particolare si parla del
comparto delle forze armate, comprese forze di polizia e vigili del fuoco, di
quello dei trasporti marittimi, ferroviari ed aerei, ma anche nelle scuole di
ogni ordine e grado. Insomma, tutto rinviato di un anno nonostante il fatto
che in Italia si registrino ogni giorno oltre tre vittime sul lavoro.
<BR><BR>Senza dimenticare che il decreto già nella sua versione licenziata dal
Consiglio dei ministri a fine dicembre conteneva una serie di rinvii riguardo
l’applicazione delle misure sulla sicurezza (<A
href="http://www.rassegna.it/articoli/2009/01/02/41040/milleproroghe-quattro-rinvii-al-testo-unico"><STRONG>vedi
qui</STRONG></A>).<BR><STRONG><BR>Reazioni</STRONG><BR>“Ancora una volta il
governo Berlusconi dimostra di avere in spregio la sicurezza e la salute delle
lavoratrici e dei lavoratori. E lo fa anche nei confronti dei dipendenti di
cui è direttamente, come governo, datore di lavoro. Con l’emendamento 32.22
presentato al decreto ‘milleproroghe’ dispone l’ulteriore rinvio a 24 mesi per
l’emanazione dei decreti attuativi del Testo Unico sulla sicurezza nei luoghi
di lavoro”. A dirlo sono i segretari nazionali della Fp Cgil, Alfredo Garzi e
Mauro Beschi.<BR>A giudizio della Funzione pubblica di Corso d’Italia, “la
scelta del rinvio, oltre a permettere al governo di sottrarsi al confronto con
il sindacato, si inserisce nell’ancora più ampio e grave quadro di iniziative
sin qui assunte dal ministro Sacconi, con modifiche, disapplicazioni e
ritardi, tutte scelte operate nella volontà, nemmeno tanto nascosta, di
smantellamento del Testo Unico della sicurezza nei luoghi di lavoro. mentre in
tutto il paese e in tutti i settori continua la strage infinita di morti e la
sequela inarrestabile di incidenti e infortuni”. Per queste ragioni la Fp Cgil
si appella al parlamento “perché respinga la richiesta del governo e anzi, in
tal modo dia un segnale importante della volontà di porre fine ai rinvii e
alle ulteriori morti annunciate da simili iniziative”.<BR><BR>“Mentre tutta
l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni veniva concentrata sul
drammatico caso di Eluana Englaro, il governo e la sua maggioranza
organizzavano un nuovo agguato contro la salute e la vita dei lavoratori”. A
dirlo è il segretario nazionale della Fiom Cgil, Giorgio Cremaschi, che
spiega: “Nel silenzio e di nascosto, la maggioranza di centrodestra, in
Parlamento, sta smontando pezzo per pezzo il Testo Unico sulla Sicurezza sul
lavoro. Adesso vengono rinviate le norme di sicurezza per i porti, dove si
sono avuti tragici infortuni mortali, in molti settori pubblici e, infine, in
tutte le aziende sotto i 15 dipendenti. Per queste, infatti, un emendamento
della maggioranza prevede la cancellazione del diritto a eleggere il
Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, diritto previsto oggi per le
aziende fino a 8 dipendenti”.<BR><BR>Per la Fiom è questo “un fatto gravissimo
anche perché, spesso, in questa dimensione aziendale ci sono i maggiori rischi
per la salute e per la sicurezza sul lavoro. Se a questo si aggiunge il fatto
che sul Documento di valutazione dei rischi, sui danni alla salute per ritmi
di lavoro e su altre norme del Testo Unico il governo sta rinviando gli
adempimenti previsti, viene fuori con chiarezza che da parte dell’esecutivo
stesso e della Confindustria, che continua a chiedere di cambiare la legge, la
salute dei lavoratori viene messa, ancora una volta, all’ultimo posto". La
manifestazione e lo sciopero del 13 febbraio, conclude Cremaschi, "serviranno
anche per protestare contro questo inqualificabile attacco alla salute dei
lavoratori, in un anno che ha già visto già 100 lavoratori perdere la vita,
nonostante la crisi e la riduzione dell’attività
produttiva”.<BR><EM><BR>rassegna.it
aggiornato alle 21:11</EM><BR><BR></DIV>
<P><EM>10/02/2009 18:52</EM></P></SPAN></DIV><BR></BLOCKQUOTE>
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