<!DOCTYPE HTML PUBLIC "-//W3C//DTD HTML 4.0 Transitional//EN">
<HTML><HEAD>
<META http-equiv=Content-Type content="text/html; charset=windows-1252">
<META content="MSHTML 6.00.6000.16809" name=GENERATOR>
<STYLE></STYLE>
</HEAD>
<BODY bgColor=#ffffff>
<DIV> </DIV>
<DIV><BR></DIV>
<DIV><STRONG><FONT face="Arial Unicode MS">Indicazione della mailing list delle
lucciole</FONT></STRONG></DIV>
<DIV><STRONG><FONT face="Arial Unicode MS"></FONT></STRONG> </DIV>
<DIV><FONT face="Arial Unicode MS" size=2></FONT> </DIV>
<DIV><FONT face="Arial Unicode MS" color=#ff0000 size=6><STRONG>Torna la voglia
delle case chiuse</STRONG></FONT></DIV>
<DIV><STRONG><FONT face="Arial Unicode MS" color=#ff0000
size=6></FONT></STRONG> </DIV>
<DIV><STRONG><FONT face="Arial Unicode MS" color=#ff0000
size=6></FONT></STRONG> </DIV>
<DIV><STRONG><FONT face="Arial Unicode MS" color=#ff0000
size=6></FONT></STRONG> </DIV>
<DIV><FONT face="Arial Unicode MS" size=4><STRONG>Si allarga il fronte del "sì":
all'estero il proibizionismo ha fallito</STRONG></FONT></DIV>
<DIV class=sezione><FONT face="Arial Unicode MS">KLAUS DAVI</FONT></DIV>
<DIV class=articologirata><FONT face="Arial Unicode MS">MILANO <BR>Il tema della
prostituzione ritorna protagonista del dibattito politico. Se il governo sembra
essersi preso una pausa di riflessione, particolarmente attive su questo fronte
sono, invece, le amministrazioni locali, specie quelle di centrodestra. Fioccano
i provvedimenti repressivi. Deluso per la sospensiva del Tar circa l’ordinanza
che prevedeva una multa di 450 euro ai cittadini colti nell’atto di contrattare
prestazioni sessuali in strada, il sindaco leghista di Verona, Flavio Tosi, non
si è perso d’animo: già pronto un nuovo provvedimento che mira questa volta a
colpire la prostituzione domestica, sanzionando chi crea disturbo nei condomini.
Tutto questo, in attesa che sia calendarizzato in Parlamento e poi votato il
disegno di legge Carfagna, che promette il carcere per prostitute e clienti
colti sul fatto (ma che fatto?). Le nuove misure punitive, tese sostanzialmente
a liberare le strade dalla compravendita del sesso, hanno trovato l’ostilità
aperta, oltre che degli «addetti ai lavori» (imponente la manifestazione di
protesta a Roma il 13 dicembre scorso), anche di forze di polizia e
magistratura. <BR><BR>Posizione che pare condivisa dalla maggioranza degli
italiani, come risulta da uno studio condotto dall’associazione «Donne e qualità
della vita», presieduta dalla psicologa Serenella Salomoni, su un campione di
500 cittadini, maschi e femmine, di età compresa tra i 18 e i 65 anni. Per la
maggior parte degli italiani (47%) la riapertura delle «case chiuse» rimane la
soluzione più efficace per contrastare il fenomeno della prostituzione. Con le
strade ormai off limits per le lucciole e i loro clienti, non resterebbe che
individuare dei luoghi deputati all’esercizio del mestiere più antico del mondo.
Quali? Palazzoni ad hoc (33%), versione moderna delle antiche case
d’appuntamento, ma anche parcheggi periferici (24%), club privé (22%) o cinema
porno (11%). Dallo studio, inoltre, emerge che gli italiani sull’argomento hanno
un atteggiamento meno intransigente rispetto a quello del governo: per il 35% le
prostitute non devono essere penalmente perseguibili, mentre per il 30%
basterebbe condannarle solo a una multa. E per i clienti? La stessa percentuale
di intervistati invoca anche per loro solo una sanzione pecuniaria, a differenza
di un 31% che ritiene giusta la loro incriminazione. Per finire, la metà del
campione (49%) ritiene giusto che le prostitute paghino le tasse, mentre il 29%
è convinto del contrario poiché questo significherebbe legalizzare la
prostituzione. <BR><BR>La diffusa contrarietà al piano del governo è corroborata
da uno sguardo a quanto accade nei Paesi europei in cui la prostituzione è
considerata un reato. In Svezia è proibita dal 1999, ma il fenomeno è tutt’altro
che sparito. Lo stesso governo scandinavo ha ammesso che solo una «bella di
notte» su sei ha rinunciato a vendersi sui freddi marciapiedi di Stoccolma. Come
se non bastasse, i dati ufficiali della polizia svedese attestano,
contrariamente alle aspettative, che la prostituzione clandestina è esplosa ed è
ormai fuori controllo. Non va meglio in Ucraina e Thailandia. Le leggi impongono
un ipocrita divieto assoluto di commerciare sesso, ma, secondo dati ufficiali, i
due Paesi figurano tra i primi cinque mercati sessuali al mondo. L’Ucraina è da
annoverare anche tra i principali, ignobili fornitori di «materia prima» (e si
parla di giovani ragazze) per le piazze estere, mentre la Thailandia è la meta
preferita del massiccio turismo sessuale proveniente da tutto il mondo
occidentale. Non parliamo, poi, dell’altrettanto ipocrita legislazione americana
che vieta formalmente la prostituzione. Secondo la National Task Force On
Prostitution, nei perbenisti e calvinisti Stati Uniti ogni giorno oltre un
milione di persone vendono prestazioni sessuali. Ogni anno, inoltre, vengono
arrestati oltre centomila cittadini per questo tipo di reato. <BR><BR>Nei
quartieri off limits della ridente Monaco di Baviera, la fabbrica del sesso si
promuove addirittura con la distribuzione, per le strade e nelle reception degli
hotel, di brochure con indirizzi, numeri di telefono e tariffari, differenti a
seconda della struttura ricettiva in cui si alloggia. In Russia, dove pullulano
gli esperti del settore, le trattative avvengono via Internet attraverso
messaggi cifrati: i clienti sono i «don», le prostitute le «fate», mentre i
bordelli sono definiti «uffici». Negli Stati Uniti l’interdizione del meretricio
ha generato un vero e proprio boom di annunci hot sul sito Internet «Craiglist»,
addirittura novemila al giorno nella sola New York. Attraverso il portale, il
cliente sceglie, prenota e consuma in un albergo preselezionato. Le prostitute
rispettano una sorta di turn-over, facendo spesso la spola tra uno Stato e
l’altro. In Francia, si fanno un baffo della legge Sarkozy contro l’adescamento.
Centinaia di post-it affollano pali della luce, adornano cabine telefoniche e
decorano le pareti dei bagni pubblici. E il presidente francese forse non sa che
molti, pur di prostituirsi nelle ore diurne, s’inventato i più curiosi
travestimenti. Attenzione a quelli che, all’apparenza, possono sembrare
camionisti su furgoni in sosta: una candela sul parabrezza segnala la presenza a
bordo di una donna disponibile. Un’altra prova del fallimento dei divieti
assoluti è data dai preoccupanti dati dell’Onu relativi alla diffusione
dell’Aids: là dove aumenta il proibizionismo sessuale, si riscontra
proporzionalmente un maggior rischio di contrarre il virus Hiv. Dove la
prostituzione è legale, al contrario, ci si ammala di meno.</FONT></DIV>
<DIV class=articologirata><FONT face="Arial Unicode MS"></FONT> </DIV>
<DIV class=articologirata><FONT face="Arial Unicode MS"></FONT> </DIV>
<DIV class=articologirata><FONT face="Arial Unicode MS"></FONT> </DIV>
<DIV class=articologirata><FONT face="Arial Unicode MS"
size=2></FONT> </DIV>
<DIV class=articologirata><FONT face="Arial Unicode MS"></FONT> </DIV>
<DIV class=articologirata><FONT size=1><A
href="http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200902articoli/40964girata.asp"><FONT
face="Arial Unicode MS">http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200902articoli/40964girata.asp</FONT></A><FONT
face="Arial Unicode MS"> </FONT></FONT></DIV></BODY></HTML>