<div class="gmail_quote"><div align="justify"><font size="2" face="Arial"><b><font size="6" face="Times New Roman"></font></b></font><style></style><div align="justify"><font size="2" face="Arial"><strong><font size="6" face="Times New Roman">Il capo dell'intelligence USA: La crisi capitalista mondiale presenta una
più grave minaccia</font></strong><font face="Times New Roman"><font size="3">
<br></font></font></font></div><font size="2" face="Arial">
</font><p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3"><strong></strong></font><font size="3">14 February 2009</font> </font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">Giovedì in una testimonianza davanti alla
Commissione Servizi segreti del Senato, Dennis Blair, il nuovo direttore
dell'intelligence nazionale di Washington, ha avvertito che la crescente crisi
capitalista mondiale presenta la massima minaccia alla sicurezza nazionale degli
USA ed ha avvisato che la sua continuazione potrebbe dare l'avvio al ritorno
all'"estremismo violento" degli anni '20 e '30.</font> </font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">Questa esplicita valutazione, contenuta nella
versione non classificata della "valutazione minaccia annuale" presentata da
Blair per conto di 16 separate agenzie di intelligence degli USA, rappresenta
una evidente divergenza dagli anni precedenti, nei quali una presumibilmente
onnipresente minaccia del terrorismo di al Qaeda e le due guerre sferrate sotto
l'amministrazione Bush erano in cima alla lista delle preoccupazioni.</font>
</font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">Chiaramente alla base delle sue osservazioni sono
i timori all'interno dell'imponente apparato dell'intelligence USA come anche
tra gli strati più consapevoli dell'elite dominante americana che una protratta
crisi economica accompagnata da disoccupazione crescente e ridotta spesa sociale
darà l'avvio ad un'eruzione globale della lotta di classe ed alla minaccia di
rivoluzione sociale.</font> </font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">Per Blair, un ex ammiraglio che ha assunto la
direzione dell'intelligence nazionale solamente due settimane fa, la
presentazione è stata non soltanto la prima ma ha anche segnato la prima
dettagliata elaborazione della prospettiva dell'apparato dell'intelligence USA
dall'inaugurazione del presidente Barack Obama.</font> </font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">"La principale preoccupazione della sicurezza
degli Stati Uniti a breve termine è la crisi economica globale e le sue
implicazioni politiche", ha dichiarato Blair nelle sue note d'apertura. Ha
continuato: "La crisi è in corso da più di un anno e gli economisti sono divisi
su se e quando toccheremo il fondo. Alcuni temono persino che la recessione
potrebbe accrescere ulteriormente e raggiungere il livello della Grande
Depressione. Naturalmente, tutti noi ricordiamo le drammatiche conseguenze
politiche prodotte dallo scompiglio economico degli anni '20 e '30 in Europa,
l'instabilità e gli alti livelli di estremismo violento".</font> </font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">Blair ha descritto il crollo finanziario ed
economico in corso come "il più grave in decenni, se non in secoli".</font> </font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">"Il tempo è probabilmente la nostra maggiore
minaccia", ha affermato. "Più ci vuole perché inizi la ripresa, maggiore la
probabilità di seri danni agli interessi strategici degli USA".</font> </font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">Il capo dell'intelligence ha osservato che
"all'incirca un quarto dei paesi del mondo hanno già sperimentato instabilità di
basso livello come cambi di governo a causa dell'attuale rallentamento". Ha
aggiunto che la "maggior parte delle dimostrazioni anti-stato" a livello
internazionale si sono viste in Europa e nella ex Unione Sovietica.</font> </font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">Ma Blair ha sottolineato che la minaccia che la
crisi provocherà sovvertimenti rivoluzionari è globale. Il crollo finanziario,
ha dichiarato, è "probabile che produca un'ondata di crisi economiche nelle
nazioni del mercato emergenti nel corso del prossimo anno". Ha aggiunto che
"gran parte dell'America Latina, degli stati dell'ex Unione Sovietica e l'Africa
sub sahariana mancano di riserve sufficienti di denaro liquido, di accesso
all'aiuto ed al credito internazionale o di altro strumento di gestione".</font>
</font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">Sottolineando che in queste regioni del globo
negli ultimi mesi la crescita economica era caduta drammaticamente, Blair ha
dichiarato: "Quando quei tassi di crescita calano, il mio stomaco mi dice che vi
saranno dei problemi che compariranno da ciò e lo stiamo osservando". Ha citato
"modelli statistici" che mostrano che "le crisi economiche aumentano il rischio
di minaccia ed instabilità di regime se durano per più di un periodo da uno a
due anni".</font> </font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">In un altro parallelo con gli anni '30, il
direttore dell'intelligence USA ha indicato le implicazioni della crisi per il
commercio mondiale e per le relazioni tra le economie capitaliste nazionali. "La
natura sincronizzata globalmente di questo rallentamento significa che i paesi
non saranno in grado di esportare la loro via d'uscita da questa recessione", ha
affermato. "Effettivamente, le politiche progettate per promuovere le industrie
delle esportazioni domestiche—le cosiddette politiche a beneficio di un paese a
spese di altri come le svalutazioni della valuta competitive, le tariffe
all'importazione e/o le sovvenzioni alle esportazioni—rischiano di scatenare
un'ondata di protezionismo distruttivo".</font> </font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">Sono state esattamente tali politiche perseguite
negli anni '30 che hanno preparato le condizioni per lo scoppio della II Guerra
Mondiale.</font> </font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">Blair ha anche rilevato il danno che la crisi ha
portato alla credibilità globale del capitalismo americano, dichiarando che "la
percezione ampiamente posseduta che gli eccessi nei mercati finanziari USA e la
regolamentazione inadeguata erano responsabili ha aumentato le critiche sulle
politiche di libero mercato, che potrebbero rendere difficile realizzare gli
obiettivi a lungo termine degli USA". Il crollo di Wall Street, ha aggiunto, "ha
accresciuto la messa in discussione la gestione USA dell'economia globale e
della struttura finanziaria internazionale".</font> </font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">La valutazione della minaccia comprendeva anche
stime di potenziali minacce terroristiche, l'"arco di instabilità" che si stende
dal Medio Oriente all'Asia Meridionale, le condizioni in America Latina ed in
Africa e le sfide strategiche da entrambe la Cina e la Russia, focalizzantesi in
Eurasia. Allo stesso modo si è occupata della guerra in Afghanistan, che
l'amministrazione Obama si prepara ad intensificare, fornendo una severa
valutazione del regime Karzai a Kabul e la consueta richiesta
dell'intensificazione dell'intervento in Pakistan. Tuttavia, l'innegabile
epicentro del rapporto era sul pericolo che il disordine economico accenderà
sfide rivoluzionarie su scala mondiale.</font> </font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">L'enfasi di Blair sulla crisi capitalista globale
come principale preoccupazione per la sicurezza nazionale dell'imperialismo
americano ha parso lasciare sorpresi alcuni dei membri del comitato per i
servizi segreti del Senato. Negli ultimi sette anni sono stati abituati ad avere
tutte le questioni della sicurezza nazionale USA contenute nella "guerra globale
al terrorismo", un termine generale utilizzato per giustificare l'aggressione
USA all'estero mentre si nascondono le immense contraddizioni sottostanti alla
posizione globale di Washington.</font> </font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">Il repubblicano vicepresidente della commissione,
senatore Christopher Bond del Missouri, ha espresso la sua preoccupazione che
Blair stesse rendendo le "condizioni nel paese" e la crisi economica globale "il
principale epicentro della comunità di intelligence".</font> </font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">Blair ha risposto che stava "cercando di agire
come il vostro funzionario dell'intelligence oggi, raccontandovi quello di cui
pensavo che il Senato dovrebbe preoccuparsi". E' suonato come un rimprovero ed
un avvertimento ai senatori che è arrivata l'ora di liberarsi del bagaglio
ideologico dei diversi anni trascorsi ed affrontare la vera e crescente minaccia
al dominio capitalista posta dalla crisi e la risultante radicalizzazione delle
masse in paese dopo paese.</font> </font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">Potrebbe essere stato confuso in alcune di quelle
sedute al palco della sala udienze del Senato, ma quando Blair si riferiva alle
condizioni di "estremismo violento" degli anni '20 e '30, avvisava che il
capitalismo americano e mondiale è ancora una volta di fronte allo spettro di
una sfida rivoluzionaria da parte della classe lavoratrice.</font> </font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">Non vi è nessun dubbio che dietro la facciata di
Obama, l'apparato di sicurezza nazionale degli USA stia facendo di conseguenza i
suoi preparativi controrivoluzionari.</font> </font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">Compreso Blair, Obama ha nominato tre ufficiali a
quattro stelle recentemente andati a riposo per servire nel suo gabinetto. Gli
altri due sono l'ex generale dei marine James Jones, suo consigliere per la
sicurezza nazionale, e l'ex capo di stato maggiore dell'esercito gen. Erik
Shinseki, il suo segretario agli affari dei veterani. Questa rappresentazione
senza precedenti del corpo degli ufficiali superiori all'interno della nuova
amministrazione democratica è indicativa di una crescita del potere politico dei
militari USA che presenta una grave minaccia ai fondamentali diritti
democratici.</font> </font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">Un rapporto che è apparso in una rivista
pubblicata dalla Scuola di guerra dell'esercito USA lo scorso novembre, giusto
dopo le elezioni, indica che il Pentagono e l'establishment dell'intelligence
USA si preparano per ciò che intendono come una crisi storica dell'ordine
esistente che potrebbe richiedere l'utilizzo delle forze armate per reprimere
lotte sociali in patria.</font> </font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">Intitolata "Incertezze inattese: 'Sorprese
strategiche' nello sviluppo della strategia della difesa", la monografia insiste
che una delle eventualità importanti per le quali i militari USA devono
prepararsi è una "violenta dislocazione strategica all'interno degli Stati
Uniti", che potrebbe essere provocata dal "crollo economico imprevisto" o dalla
"perdita di operatività politica e dell'ordine legale".</font> </font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">Il rapporto dichiara: "La generale violenza civile
all'interno degli Stati Uniti costringerebbe l'establishment della difesa a
riorientare in extremis le priorità per difendere l'ordine interno
fondamentale... Un governo americano ed un establishment della difesa cullati
nella compiacenza da un ordine interno a lungo sicuro sarebbero costretti a
liberare rapidamente alcuni o la maggior parte degli impegni di sicurezza
esterna per occuparsi dell'insicurezza umana che si allarga velocemente in
patria".</font> </font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">In altre parole, una brusca intensificazione della
crisi capitalista che si sta diffondendo accompagnata dallo scoppio della lotta
di classe e dalla minaccia di rivoluzione sociale negli USA stessi potrebbe
costringere il Pentagono a richiamare le sue armate di spedizione dall'Iraq e
dall'Afghanistan per utilizzarle contro i lavoratori americani.</font> </font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">Il documento continua: "Sotto le più estreme
circostanze, ciò potrebbe comprendere l'utilizzo della forza militare contro
gruppi ostili all'interno degli Stati Uniti. Inoltre, il DoD [il Dipartimento
della Difesa] sarebbe, per necessità, un essenziale centro di potere legale per
la continuità dell'autorità politica in un conflitto civile o in una agitazione
multistatale o nazionale". La frase—"un essenziale centro di potere legale per
la continuità dell'autorità"—è un eufemismo per dittatura militare.</font> </font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">La classe lavoratrice deve trarre le proprie
urgenti conclusioni dalla rapida intensificazione dell'attuale crisi, sopra
tutte la necessità di costruire di costruire un partito politico indipendente di
massa basato su un programma socialista ed internazionalista e combattere per
porre fine al sistema del profitto capitalista. Questo significa, sopra tutto,
unirsi a costruire il Socialist Equality Party.</font> </font></p>
<p align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3">Bill Van Auken</font> </font></p><br clear="all"><br>-- <br>--------------------------------------------------------------------------------<br>Questa
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