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<P>Il capitano non riusciva a dormire. Gli incubi invadevano la notte e solo
l'alcool riusciva a sollevarlo dal terrore. Il sogno ricorrente era sempre lo
stesso, cadeva da un aereo in volo insieme ad altri corpi nudi in mezzo
all'oceano. Ieri è cominciato in Spagna il processo contro Adolfo Scilingo,
militare argentino che nel 1995 ha confessato al giornalista Horacio Verbitsky
come furono uccisi migliaia di desaparecidos. Scilingo sceglie di confessare ma
non è un militare pentito, non ha rimorsi, solo che non riusciva più dormire,
gli incubi lo assillavano. Scilingo confessa di aver partecipato durante la
dittatura militare 1976-83 ai «voli della morte» in cui i «sovversivi» erano
gettati vivi in mare. Dall'Escuela de Mecanica de la Armada (Esma) ogni
mercoledì partiva un aereo carico di persone che erano state sequestrate e
torturate in ciò che fu il principale campo di concentramento della dittatura.
Scilingo racconta che i «voli» si susseguirono per due anni, a volte due voli la
settimana. </P></DIV></BODY></HTML>