R: [aha] futurismooooooo
Agnese Camellini
agnese.camellini at studio.unibo.it
Mon Dec 24 14:05:36 CET 2007
info ha scritto:
> Già come dire che solo un idiota non cambia idea.
>
> Vedo il manifesto. Lo scambio avviene sempre. L'elaborazione delle nozioni credo sia un innata attività
> del pensare umano. Senza questa innata capacità molte teorie e molte filosofie non sarebbero mai fiorite.
>
Io non credo che innata voglia dire anche "scontata", bisogna tenerne
conto perchè se si guardano le cose in modo troppo semplicistico non si
capisce cosa e vero e cosa no.
> Capisco la tua idea dalla passività all'attivismo, e in qualche modo, quest'idea
> è intrinsica a questa lista.
> ma santodio chiamarla rivoluzione è arcaico. Semmai evoluzione. o evoluzione indotta.
>
L'evoluzione è un concetto un pò meccanico, manca di un'adeguata analisi
delle cause e degli effetti...
> [...]
>
> e il domani ora è gà oggi
>
> Il futuro non esiste.
>
>
Eppure ho conosciuto tante persone nella mia vita che hanno avuto
bisogno di progettare/guardare il futuro per essere felici. Non so se
sia giusto o sia sbagliato, ma credo che sia profondamente "vero".
"Ho sempre criticato chi professa una netta
distinzione tra pensiero e azione. E anche chi insiste superficialmente
sulla dicotomia tra parole (manifestazione del pensiero) e fatti.
Queste differenze per l'uomo vero non esistono. Ho sempre sostenuto che
quando il pensiero è vivo esso è già azione. Cosa c'è di più "attivo"
che provocare azioni e reazioni con i nostri pensieri esplosivi e con
le nostre parole incendiarie?
Anche l'arte, quella vera che nasce dai più
profondi moti dell'animo, è completamente legata all'azione. A qualcosa
del genere pensava già Filippo Tommaso Marinetti quando affermò:
**
**
*"L'arte è per noi inseparabile dalla
vita. Diventa arte-azione e come tale è sola capace di forza profetica e divinatrice"*
La mia anima nietzscheana ( magari è Heidegger o la Arendt) si ribella
un pò a questa definizione.... L'azione non è il pensiero, sono l'una la
causa dell'altra, il pensiero pensa le azioni. Il pensiero non esiste in
origine senza le azioni, ma le azioni esistono benissimo senza pensiero,
e questo semplicemente perchè il pensiero le raggiunge solo in seguito,
solo quando è già possibile pensarle, e quindi si sono verificate almeno
una volta. Non so come definire meglio ciò che sto dicendo ma, è come
quella sensazione che si prova quando si sbaglia, e ci si rende conto
dell'errore. Il pensiero funziona perchè vede l'errore e lo corregge, ma
l'azione non è pensiero, perchè non funziona e non è corretta...
Ci capiamo? Nietzsche la chiamerebbe, l'/impotenza della volontà/ ? Vuol
dire che "professo una netta distinzione tra pensiero e azione"? Mi pare
che una differenza ci sia. :) Però non saprei elaborare queste idee con
di fronte solo il disegno che hai spedito..
Sapete che faccio parte di questa lista e non so praticamente niente dei
neofuturisti?
/me si fa un giro su wikipedia
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