[aha] Pixxelpoint 2008 - For God's Sake! essay

xDxD xdxd.vs.xdxd at gmail.com
Sat Dec 13 21:17:09 CET 2008


francesco monico ha scritto:
> In tema di ritualità, è ovvio che quest'ultima si ri-costituisca in forme
> proprie all'interno delle tecnologie digitali ma non necessariamente implica
> il sacro, la teoria dei rituali non è necessariamente legata a pratiche di
> enteogenesi, i rituali trattati laicamente sono alla base della storia della
> cultura umana ma per capirlo bisogna liberarsi di questa impostazione per
> cui il rituale esiste se c'è un pensiero religioso (con tutto ciò che
> starebbe a dire questa parola) Noi siamo il prodotto dei nostri
> comportamenti, che prima di tutto sono mera comunicazione e non cose sacre.

infatti mi lascia perplesso il termine "sacro". A meno di non 
"urbanizzarlo" pesantemente. per cui, poi, sarebbe meglio usarne un'altra.
stesso vale per il concetto di rito.

io a pixxelpoint ci volevo mandare il mio GoM (God of Music), che alla 
fine è un nonsense metaforico in cui una cosa estremamente lontana dal 
sacro viene caricata di significati con una simbologia ad hoc e quindi 
arriva a questo concetto di "sacro_con_parola_diversa" che è più simile 
quindi ad un concetto di "sacro" che potremmo associare ad un paio di 
nike. Una questione di forme e di interazioni estetiche corporee, 
culturali, etnologiche, relazionali, informazionali, economiche, 
semiotiche, semantiche.

non so se sarebbe passato, ma alla fine comunque non ce l'ho mandato 
perchè il discorso mi piace prederlo da un altro punto di vista.

che è un po' simile  a quello che mi colpisce, ad esempio, della 
differenza di visione della tecnologia, tra quelli che sanno usare le 
tecnologie e quelli che sanno manipolarle creando anche le forme di 
valore che sono assimilabili a quello di origine industriale.

I primi hanno una visione del tutto "particolare" di queste "magie" che 
fnno il software e l'hardware digitale, per cui tanti immaginano un 
mondo fatto di libertà, di possibilità, di potenzialità (e, quindi, di 
fede), vedendo invece una realtà filtrata, quella che è fatta da 
infrastrutture su cui non hai potere, ma che sono necessarie per 
usufruire della tua vita digitale: dalle centinaia di chlometri di fibre 
ottiche, ai sistemi che non funzionano, al dover aderire a pratiche e 
standard, all'impossibilità della ricerca autonoma - non sponsorizzata - 
sull'hardware - a meno che non si voglia ragionare su ambiti realmente 
limitati e realizzabili tramite riciclaggio e simili. la parte "zozza" 
della tecnologia, quindi, scompare per un motivo, mentre la parte 
"pulita" scompare per un altro. La parte "pulita" della tecnologia 
scompare per motivi relazionali/culturali, collegati principalmente alla 
diffusione della cultura sulla comprensione e l'uso delle interfacce, e 
all'evoluzione di quest'ultime. La parte "zozza" scompare "per fede"; 
per motivi che sono solo di tipo economico o di efficacia (risparmio, 
redditività, convenienza, comodità), ma per pura suggestione (tipica 
dello shopping e della religione :)  )  , rendendo così accettabile 
parlare di "usi alternativi di Facebook" (per dirne una) dimenticando 
troppo spesso la necessità di indagare sulle infrastrutture, che siano 
di cemento, in fibra ottica o culturali. Quindi rimane questa "cosa" che 
è come una religione (nel senso della pratica) con un modello strano, 
disposta in modo bizzarro e variabile in un triangolo tra lo shopping, 
scientology, e l'incontrarsi col dottore (dove nel contemporaneo diventa 
sempre più complesso sapere "esattamente" cos'è che vuoi - o cosa 
potresti avere- dal tuo dottore, e che cosa ne stai in realtà 
ottenendo... ma questo vale anche per i prodotti che compriamo al 
supermercato).

è bello qesto argomento. non foss'altro perchè si "rischia" di sofciare 
a vari estremi peculiari o addirittura esilranti

cià!
xDxD


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