R: [aha] Euroriot

bellafonte at libero.it bellafonte at libero.it
Mon Jan 12 15:02:20 CET 2009


cosi', speriamo che la sinistra "istituzionale" e non, (citando De Andrè) che 
ha preso per buone le "verità" della televisione, 
da genova a questa parte, si 
accorga, e impari, che tutta quella gentaglia che prima ha chiamato anarco-
fascista, infiltrati, teppisti, feccia, guardie infiltrate, in realtà mentre 
quei due tre giorni l'anno devasta incendia e saccheggia, tutto il resto della 
propria vita la spende nel vivere quella "rivoluzione in atto" che è l'agire 
quotidiano negli spazi occupati, l'etica d.i.y., il veganesimo, l'essere Queer, 
l'hackin politico e l'attivismo mediatico.
insomma mentre "noi" facciamo, gli 
altri aspettano.
speriamo si rendano conto di questo.

>----Messaggio 
originale----
>Da: gadda1944 at libero.it
>Data: 11/01/2009 17.57
>A: "aha"
<aha at ecn.org>
>Ogg: [aha] Euroriot
>
>Mi pare che in qualche recente intervento 
sulla lista ci sia un embrione di discussione - un po' sottotraccia, ma 
leggibile - sulle caratteristiche e il significato dell'ultima fase dei 
movimenti radicali, in particolare su quelli emersi nel 2008. Mi pare che 
l'articolo che posto adesso (apparso qualche giorno fa sulla lista 
"Rekombinant") rappresenti un contributo utile, almeno di conoscenza, e possa 
consentire a chi volesse proseguire questa discussione di farlo con qualche 
cognizione di causa in più. E' un po' lungo, ma ovviamente chi non è 
interessato può saltarlo.
>
>gadda
>
>_________________________________________

>[Rekombinant, 8/1/09]
>
>Una versione ridotta avrebbe dovuto essere pubblicata 
dal manifesto.
>Il pezzo è stato scritto fra il 26 e il 28 dicembre. ciao, lx
>

>EURORIOT
>di Alex Foti e Max Guareschi
>
>La ribellione della giovane 
generazione greca, la rivolta di Malmoe (e
>quella di Copenhagen dello scorso 
anno), i movimenti studenteschi di
>Italia, Spagna e Francia testimoniano 
l'affermarsi di una Next Left,
>postcomunista e postnovecentesca, che porta a 
maturazione i fermenti
>dei movimenti che da Praga-Genova in poi hanno scosso 
la società
>europea. Nella Grande Recessione che, volenti o nolenti, ci 
precipita
>tutti nel XXI secolo, la Next Left raccoglie il testimone della New

>Left del tardo XX secolo. Oggi, gli epigoni della vecchia stagione

>sessantottarda sono in partiti di sinistra orientati al riformismo
>sociale e 
all'opposizione parlamentare (Die Linke, Syriza, SP olandese
>ecc.), che 
crescono elettoralmente denunciando i passati cedimenti
>neoliberisti del 
socialismo europeo. Al di là del massimalismo verbale
>e della bandiera rossa 
che sventolano, queste formazioni hanno da
>tempo abbandonato posizioni di 
anticapitalismo radicale, che sono
>invece espresse e praticate dalle giovani 
generazioni nei movimenti
>che dal 2000 a oggi hanno agitato città grandi e 
piccole dell'Unione
>Europea e non solo.
>
>L'insorgenza della generazione 
esclusa dal welfare e discriminata al
>lavoro, perseguitata da una politica di 
sicurezza razzista che
>criminalizza ogni tipo di comportamento giovanile che 
non sia
>individualista e consumista, apre una nuova fase nella politica

>europea, contraddistinta dai traumi economici e dai contraccolpi
>sociali che 
segnano la fine del neoliberismo e il dilagare della
>Grande Recessione. Con 
dirompenza e coraggio, ad Atene come a Colonia
>(dove gli antifa europei hanno 
mandato via a gambe levate Lega, Vlams
>Blok e altri mostri della xenofobia 
europea che volevano impedire la
>costruzione di una grande moschea cittadina), 
a Roma (dove la sinistra
>eretica di collettivi e centri sociali ha dovuto 
intervenire per porre
>fine alla violenza dei gruppi neofascisti contro il 
corteo
>studentesco) come a Malmoe, i giovani sono insorti denunciando la

>violenza mortifera di uno stato sempre più di polizia e opponendosi
>con 
disperazione al tentativo di risolvere la crisi con altri tagli
>alla spesa 
sociale, proprio mentre migliaia di miliardi vengono
>versati per salvare 
banchieri avidi quanto coglioni (si sono fidati di
>Madoff !). La giovane 
generazione europea, si ribella alla tentazione
>dell'eurocrazia di Bruxelles e 
Francoforte e dei governi dei maggiori
>stati europei di affrontare la grande 
crisi in chiave autoritaria,
>continuando a perpetuare le gerarchie e le 
ineguaglianze della
>governance neoliberale e monetarista, ma espone anche in 
tutta la sua
>inconsistenza progettuale la battaglia contro l'eurocrazia in 
difesa
>dello stato-nazione fatta dalla sinistra "rossa" nei referendum

>francesi, olandesi e irlandesi.
>
>I movimenti giovanili di oggi sono le 
pianticelle spuntate dal ciclo
>di lotte che da Seattle va a Rostock: sono 
irriducibilimente
>transnazionalisti e orientati all'azione diretta, si 
mobilitano in
>rete e si organizzano a rete, sono creativi e imprevedibili per 
il
>potere. I movimenti no global così come i segmenti della società
>(giovani, 
donne, immigrati, cognitari, lavoratori dei servizi ecc.) in
>cui hanno 
seminato, propendono per l'anarchia, più pratica e
>subculturale che 
ideologica. La combinazione di democrazia radicale e
>lifestyle anarchy produce 
effetti sorprendenti, come si vide a Seattle
>e Buenos Aires. La situazione 
preinsurrezionale che si è creata nelle
>grandi città greche, da Atene a 
Salonicco a Patrasso, ne è un esempio
>eclatante. Di fronte all'assassinio di 
Alexis Grigoroupolos, un
>adolescente dall'abbigliamento black e le simpatie 
punk, freddato con
>tre colpi da un poliziotto in un sabato come tanti nel 
quartiere
>alternativo di Esarchia, uno spontaneo riot di massa dell'intera

>gioventù del paese ha preso corpo, che non ha nemmeno rispettato la
>pausa 
natalizia (anzi ha incendiato l'enorme albero vicino al
>parlamento che, come 
al Vaticano o in piazza Duomo, comanda
>l'osservanza consumista del Natale 
cristiano). Si sono sollevati
>tutti, dagli studenti radicalizzati ai giovani 
immigrati albanesi,
>macedoni e bulgari che sono stati i primi a rimanere 
disoccupati nella
>crisi che si aggrava ovunque in Europa. Chi ieri era 
precario, oggi è
>disoccupato. A questo stato intollerabile di cose, solo una 
ribellione
>urbana generalizzata può dare una risposta adeguata. Il governo

>Karamanlis (destra liberale) ha portato avanti una suicida politica di

>pareggio del bilancio simile a quella che Tremonti e Brunetta vogliono

>imporre in Italia e a cui l'Onda studentesca si è ribellata. E'
>improbabile 
che il governo greco arriverà a Pasqua. Diversamente dalla
>situazione 
italiana, dove la sinistra esistente sembra più
>preoccuparsi di contenere la 
rabbia sociale che fare opposizione alla
>destra clerico-fascista, esiste 
un'ampia fascia della società greca
>che appoggia l'insorgere dei kukulofori, 
il black bloc alla greca, e
>le manifestazioni studentesche che hanno appeso 
enormi striscioni pink
>intorno al Partenone che chiamano alla resistenza nelle 
principali
>lingue europee. Il 9 gennaio è già convocata un'altra grande

>manifestazione studentesca, i sindacati restano sul piede di guerra, e
>gli 
scontri con la polizia antisommossa e l'occupazione di radio e
>televisioni 
continuano imperterrite. Mutatis mutandis, le grandi
>dimostrazioni e 
occupazioni nei licei e nelle università italiane che
>quest'autunno hanno dato 
vita all'Onda Anomala, così come la
>mobilitazione dei giovani francesi nel 
2006 contro il CPE, il
>contratto che pretendeva di legalizzare la precarietà, 
esprimono il
>rifiuto della mediazione politica nello scontro che oppone i 
giovani
>al potere, costringendo invece la sinistra parlamentare e sindacale a

>inseguire le mobilitazioni giovanili e le richieste che esprimono.
>
>In un 
recente articolo, l'Independent ha unito i puntini delle varie
>sommosse in 
Europa, ha considerato l'ondata di solidarietà
>internazionale che ha colpito 
le rappresentanze diplomatiche greche da
>Berlino a Barcellona, da Roma a 
Copenhagen, da Londra a Mosca, e posto
>una domanda non più eludibile: perché 
la gioventù europea è in
>rivolta? E ha concluso: Atene e Malmoe mettono in 
luce lo stesso
>disprezzo per le autorità e le aziende, con ostilità accentuata 
dallo
>scoppio della crisi, vedono in campo la stessa coalizione di giovani

>autonomi e immigrati di seconda generazione, condividono il senso di
>essere 
parte di una generazione sacrificata. Perché la ribellione di
>Atene accende la 
rivolta dei liceali di Parigi e dei giovani arabi e
>autonomi di Malmoe? Per 
rispondere agli interrogativi, bisogna prima
>di tutto guardare alle subculture 
sovversive nelle metropoli europee e
>il contenuto delle pratiche radicali 
messe in campo dal 2000 a oggi,
>che a mio parere mettono in luce il distacco e 
il consolidamento di
>una nuova sinistra eretica che è destinata a 
rivoluzionare la politica
>europea.
>
>Solo chi è ideologicamente tendenzioso 
può mettere in dubbio che
>Seattle e Genova ruotino intorno alle due grandi 
eresie della
>sinistra: Autonomia e Anarchia. I graffiti firmati con l'A 
cerchiata
>oppure con la O frecciata riempiono i muri delle città greche e di

>tutta Europa ed esprimono il contributo specifico della sinistra
>sovversiva 
europea all'anticapitalismo mondiale. La cultura dello
>squatting e 
dell'autogestione, l'antirazzismo e l'antimilitarismo,
>l'anarcosindacalismo e 
l'anarcafemminismo, la cultura queer,
>l'animalismo e il veganesimo, la 
sperimentazione con tecnologie
>digitali e/o ecologiche, il rifiuto della 
proprietà immateriale così
>come di quella immobiliare sono l'anima della Next 
Left in tutte le
>città europee. A Genova i black bloc sono stati scomunicati 
dalla
>stessa pavida sinistra italiana che 7 anni dopo avrebbe fatto
>harakiri, 
mentre ad Atene Syriza, la coalizione della sinistra
>radicale non dogmatica, 
sta ben attenta a non fare lo stesso errore:
>secondo i sondaggi citati dal New 
Statesman, sta superando il Pasok
>nel voto giovanile. Piaccia o non piaccia, 
le felpe nere anarchiche,
>autonome e antifa sono un tratto distintivo della 
dissidenza sociale
>europea. Dal 1999 a oggi, la subcultura black si è radicata 
in
>periferie e stadi e rappresenta ormai una sfida temibile a ogni ordine

>costituito. La novità di Malmoe è che, come si era ravvisato in alcuni

>momenti dei riot del marzo 2007 nel quartiere arabo-alternativo di
>Noerrebro 
a Copenhagen dal'altra parte del ponte, la gioventù antifa
>si sta saldando con 
i giovani immigrati di seconda e terza generazione
>(quindi immigrati solo per 
la xenofoba Europa che nega la cittadinanza
>a chi vi nasce) per dar vita a un 
fronte di rivolta che impensierisce
>tutti i governanti europei, da Sarkozy a 
Merkel. Tre notti di riot
>hanno fatto seguito alla decisione di sgomberare una 
moschea ospitata
>al primo piano di un centro sociale per "mancato rispetto 
delle norme
>di sicurezza" nel quartiere ad alta densità islamica di Rosengard, 
uno
>dei luoghi dove 3 mesi or sono si è tenuto il Forum Sociale Europeo
>
(anche in quell'occasione si vide che a fronte di una sinistra
>ufficiale 
burocratica e inconcludente, incapace di fornire nuove idee
>e dar vita a nuove 
cause, i gruppi autonomi erano fortissimi sia per
>mobilitazione sia per 
elaborazione). A Malmoe si è unito quello che a
>Parigi è rimasto diviso: 
l'esplosione delle banlieues dell'autunno
>2005 non entrò in risonanza con la 
mobilitazione della generazione
>precaria contro il CPE nella primavera 2006. A 
Milano, solo lo sdegno
>per l'assassinio di Abba, ha portato 2G e movimenti 
studenteschi in
>relazione, ma il futuro chiaramente appartiene alla ribellione

>dell'Europa meticcia, agli adolescenti cresciuti nel mondo postetnico
>e 
postnazionale che la destra odia con tutte le sue forze e la
>sinistra rossa 
non sa affrontare.
>
>Ma sarebbe riduttivo e anche un po' macho considerare la 
politica del
>riot portata avanti da black bloc e ghetti urbani come l'unica o

>principale componente della Next Left europea: l'anticapitalismo
>europeo è 
pink e green, tanto quanto black. Di fatto le correnti
>dell'autonomia e 
dell'anarchia si sono fecondate con il femminismo e
>l'ecologismo dando vita a 
teorie e pratiche che non hanno alcun
>rapporto diretto con la sinistra 
novecentesca. Forse ancora più del
>black, il pink è il colore emergente dalla 
sinistra eretica europea.
>Dalle pink samba di Londra al pink block di Genova, 
fino ad arrivare
>alla fondazione del Clown Army al G8 di Gleneagles (2005) e 
al
>proliferare di queer barrios nei campeggi di azione contro vertici e
>basi, 
frontiere e persecuzioni, l'azione diretta nonviolenta che
>riprende l'estetica 
delle drag queen e del movimento gay e lesbico
>spesso ottiene maggiori 
risultati dello scontro diretto con le forze
>dell'ordine. Anzi, per meglio 
dire, è la combinazione un po' ying e
>yang di pink e black, di irriverente 
nonviolenza pink e violenza black
>contro la proprietà, che assicura i migliori 
risultati, come abbiamo
>avuto modo di verificare direttamente nell'euromayday 
di Aquisgrana,
>quando abbiamo sabotato la celebrazione del Premio Carlomagno 
(l'unica
>ricorrenza in cui l'eurocrazia deve affrontare il bagno di folla) da

>parte di Sarkozy, Merkel, Trichet, Barroso e dato il via a una parata

>transnazionalista del Primo Maggio di precari e migranti per le vie
>della 
città renana, a pochi chilometri da Belgio e Olanda. Trichet in
>particolare è 
stato insultato per "essere causa di precarietà e
>povertà in europa", accusa 
ancora più attuale alla luce della crisi
>economica approfondita dal 
monetarismo della BCE.
>
>L'altra tonalità emergente dai movimenti europei è il 
green
>anticapitalista. Nella misura in cui i partiti verdi si sono

>imborghesiti e hanno ceduto al richiamo delle sirene liberali, e a
>fronte 
dell'emergere di un capitalismo verde sulla spinta
>dell'Oscar-Nobel a Gore e 
del rapporto Stern fino ad arrivare
>all'elezione di Obama, emerge la necessità 
di una critica radicale
>della crescita capitalista che smascheri i palliativi 
strombazzati
>dalle grandi corporations per rifarsi una verginità verde, ciò 
che
>viene detto greenwashing (basti pensare alle pubblicità
>ingannevolmente 
verdi di e.on, eni, enel sui quotidiani italiani).
>Questi temi si sono 
affermati con forza grazie ai campi di azione
>climatica che dall'Inghilterra 
alla Germania si stanno diffondendo in
>Europa e che hanno catalizzato una 
grande alleanza ecologista che va
>da Greenpeace a Klimax, passando per Plane 
Stupid e Rising Tide, in
>vista del nuovo patto sul clima in sostituzione di 
Kyoto che sarà
>discusso a Copenhagen fra Europa,America, Cina, India nel 
dicembre
>2009, a dieci anni esatti da Seattle.
>
>Per concludere, il nuovo 
anticapitalismo in Europa è autonomo,
>anarchico, meticcio ed esprime pratiche 
antiautoritarie black,
>irridenti pink ed ecoradicali green. I partiti ex 
comunisti o
>socialisti di sinistra farebbero bene a trovare esiti 
istituzionali
>alle spinte della sinistra eretica, invece di cercare di 
ingabbiare o
>peggio sconfessare la turbolenza creatrice dei giovani delle 
città
>europee. Soprattutto, li devono difendere dalla repressione poliziesca

>e giudiziaria. Già lo stato sarkoziano ha tentato di teorizzare il
>"
terrorismo anarcoautonomo" per danneggiamenti compiuti alla rete
>ferroviaria 
nei pressi di Tarnac, un'accusa fortunatamente presto
>sgonfiatasi di fronte 
alla campagna dell'opinione pubblica contro una
>nuova caccia alle streghe 
(cercate in Rete "UHT gauche" per una
>decostruzione particolarmente divertente 
della vicenda). I partiti ex
>comunisti o socialisti di sinistra farebbero bene 
a trovare esiti
>istituzionali alle spinte della sinistra eretica, invece di 
cercare di
>arginare o peggio sconfessare la turbolenza creatrice dei giovani

>delle città europee. Soprattutto, si devono impegnare a difendere i
>movimenti 
dalla repressione poliziesca e giudiziaria, e iniziare a
>riaversi dalla 
subalternità sociale e culturale che in questi anni li
>ha ripetutamente 
condannati a farsi dire da conservatori e liberali
>che cosa è male e che cosa 
è bene, che cosa si può fare e che cosa non
>si può fare.
>
>

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