[aha] Expanded Box - Curatorial Statement
Redazione Digicult
redazione at digicult.it
Sat Jan 31 18:24:39 CET 2009
mah, una parola per due amici:
personalmente se leggo della retorica nel testo di domenico non le leggo
molta di più di tanta che accompagna molti dei testi scritti negli ultimi
giorni in difesa di Cox e dei movimenti in generale, compresi i miei
ovviamente: la retorica è parte del nostro verbo, ciò che spesso separa la
nostra anima passionale e compassionevole dal mero calcolo linguistico
il mondo dell'arte digitale ha molte anime, questo lo sappiamo, come tutti i
mondi complessi è composto da realtà umane e artistiche incredibilmente
diverse: alcuni degli artisti proposti da Domenico hanno avuto per anni
contatti con i movimenti, non si può certo sindacare loro che non abbiano
raccolto linfa e idee dal mondo della ribellione. Peccato solo che forse,
dico forse, a un certo punto (proviamo a indovinare a quale punto) li
abbiano abbondanti, li abbiano lasciati, come un amico a cui non hai più
niente da dire perchè i percorsi nella vita si dividono
è interessante notare che se fino a ieri la mancanza di dialogo era tra il
mondo dell'arte contemporanea e quello sperimentale dell'arte digitale, ora
stiamo shiftando sulla mancanza di dialogo tra il mondo dell'arte digitale e
quello dell'arte che scaturisce dai movimenti: non vorrei parlare di
politizzazione dell'arte e tantomento parlare di comunismo, capisco che per
un leone come Antonio questi siano valori importanti ma a me francamente
hanno stancato dato che non so più nemmeno io se definirmi anarchico o
semplicemente nichilista o forse meglio semplicemente incazzato, però
insomma mi sembra che l'osservazione di Antonio se da un lato è giustissima
dall'altro, come dire, induce altresì a un sorriso altrettanto ingenuo
crediamo veramente che i mondi dell'arte, del design o della cultura in
generale siano interessati anche solo per utopia, o per cavalcare l'onda
della protesta più recente e alla moda, a confrontarsi con i movimenti? in
Cox si faceva (e si fa) sperimentazione artistica, si faceva (e si fa)
cultura, la stessa che Jaar chiede dove sia finita in questi giorni a
Milano, la stessa che Charlemagne Palestine cercava urlando nel microfono
della Triennale qualche mese fa: Cox è stato blindato dalle Istituzioni
dalla sera alla mattina, le stesse Istituzioni che uno come Jaar lo invitano
e lo coprono di denaro, le stesse Istituzioni drammaticamente cieche verso i
movimenti e i loro luoghi di ritrovo ma che ci vedono benissimo quando
devono celebrare l'artista di turno che strizza l'occhiolino all ribellione
(e questo a Milano non vale solo per Jaar, of course)
ma siamo così sicuri che chi riesce a emergere dai movimenti e dalla
ribellione sia poì così coerente con se stesso da non comportarsi nello
stesso modo nel procedere di una carriera artistica o nel dover decidere
quali strade intraprendere? non prendiamoci in giro, la cultura e l'arte
spesso (ma non solo) nascono dai movimenti, crescono nella protesta, ma
troppo, troppo spesso si fanno scudo di un'appartenenza solo per rompere dei
codici a cui apparentemente non ha accesso. Ci sono decine di esempi nel
mondo dell'arte digitale e molti di più nel corso degli ultimi 50 anni di
storia dell'arte contemporanea.
questo a dire che, come a volte ho discusso con Domenico parlando del
dualismo arte contemporanea-arte digitale, si tratta semplicemente di mondi
diversi che anche quando si guardano negli occhi lo fanno solo per il breve
istante necessario per capire quale sia il confine tra interesse e
convenienza: non c'è bene o male, non c'è giusto o sbagliato.
Alla fine vale il giudizio personale, quello che ci interessa fare, ciò che
ci stimola maggiormente, ciò che, volendo, ci fa essere coerenti con noi
stessi
----- Original Message -----
From: "gadda1944" <gadda1944 at libero.it>
To: "aha" <aha at ecn.org>
Sent: Saturday, January 31, 2009 4:13 PM
Subject: Re:[aha] Expanded Box - Curatorial Statement
Auguro al prezioso fiore di Domenico che matura sotto la neve ogni
possibilità di vita e di maturazione. Quando esso sbocciasse, la
soddisfazione di vederlo nascere varrebbe bene un po' di retorica e di
ingenuità, che nessuno, se non qualche miserabile cinico, potrebbe
rimproverargli.
Ho però i miei dubbi che quel fiore vedrà mai la vita, perché non vedo, fra
i nutrimenti che gli vengono somministrati, il banale, volgare ma potente
concime del rapporto con i movimenti che praticano la ribellione nella
società, e non solo nell'arte. Richiamo scontato (credo) in una lista come
questa, ma necessario visto che non ne trovo traccia nello scritto di
Domenico. Le attività espressive dell'ultimo Novecento e oltre si nutrono (a
mio modesto parere) tanto delle intuizioni e delle elaborazioni del gigante
Duchamp quanto della conclusione dello stracitato (e poco meditato) saggio
di Walter Benjamin sull'opera d'arte etc. etc., a cui va applicata
naturalmente un po' di revisione terminologica:
"La sua [dell'umanità] autoestraniazione ha raggiunto un grado che le
permette di vivere il proprio annientamento come un godimento estetico di
prim'ordine. Questo è il senso dell'estetizzazione della politica che il
fascismo persegue. Il comunismo gli risponde con la politicizzazione
dell'arte."
gadda
---------- Initial Header -----------
>From : aha-bounces at ecn.org
To : "Aha net culture" aha at ecn.org
Cc :
Date : Sat, 31 Jan 2009 14:13:34 +0100
Subject : [aha] Expanded Box - Curatorial Statement
> Expanded Box - Caring for an Expanded Conception of Art
> Domenico Quaranta
>
> [MORE INFOS AT: http://www.domenicoquaranta.net/ARCO2009.html]
>
> In the vast, variegated panorama of contemporary artistic
> experimentation there are various practices germinating that find it
> difficult to carve a niche for themselves in the official discourse
> and channels, despite the undeniable appeal they possess. The thing
> that makes them so precious, and as delicate as a flower growing under
> the snow, is not the fact that they use the "new media", because
> everyone uses the media - and now they are anything but new. What
> makes them so special is the fact that like the aforementioned flower,
> they contain a new strength, and a new promise. The strength is that
> of those who go about their lives without a thought for the rules that
> govern the world they live in, and who create the conditions that
> enable them to live, successfully, in a radically altered context; the
> promise regards this radical transformation.
>
> Everyone in the contemporary art field knows perfectly well that the
> context in which artists operate today was by and large established
> during the 20th century by Marcel Duchamp, and given structure and
> supported by a renewed museum and market system. According to this
> model, art no longer consists in the masterful implementation of a
> technique (painting, sculpture, music or writing) to present a world
> (the so-called "real" world, the unconscious world of the Surrealists,
> etc.). Anything can be art, if given a specific discourse and a
> specific conception, and if conveyed by means of a specific context.
> The aura of a work of art, which may be lost and found time and again,
> is now attributed by means of a precise process of consecration, which
> takes place on the market and in the museums. Without venturing into
> value judgements, it will suffice to consider the duration of this
> model to understand that what comes into being within it now is pure
> academicism. Murakami is to Duchamp and Warhol as Bouguerau is to
> Poussin and David. The gradual, unstoppable transition to the
> information society has radically challenged this model, nurtured in
> the bosom of the industrial society, but has not succeeded in
> destroying it altogether. It lives on as an act of faith, a consensual
> hallucination, a superstition boosted by the fear of what is to come.
> It survives, and continues to produce masterpieces, basking in the
> splendour which characterizes all periods of decadence.
>
> The new world is there, just round the corner - or, to return to the
> cutesy flower metaphor - under the snow. It is in the art that exists
> outside the confines of the art world, rejecting the "contextual
> definition" of Duchampian origin which seems to persist, as Joline
> Blais and Jon Ippolito wrote in their book At the Edge of Art, purely
> by inertia; it is in the art that seeks out public space, media space,
> biotechnology labs and the world of information, communications and e-
> commerce as its operative environment; it is in the art that draws on
> other practices and other specific fields of knowledge, to a point
> where at times it has problems seeing itself (and being seen) as art;
> it is in the art that enthusiastically embraces technological
> reproducibility, the variability of data and the fluidity of
> information, abandoning - and radically challenging - the status of
> precious fetish, and it is in the art that is open to interaction with
> the spectator, that forges and develops relationships, that breaks
> down the wall which interrupts and conditions our mental and physical
> dialogue with a work.
>
> This art exists, and it is at once strong and delicate, timid and
> aggressive, marginal and supreme. It is entrenched in the
> contradictions of all revolutions: it rebels against a world, but
> needs the cares of that world to resist. It has tried to escape, to
> open up new channels, but in the end it will succeed in changing our
> idea of art, defeating the academicism and opening the way to the
> future by means of dialogue and mediation. A future, which as the
> novelist William Gibson said, is already here, just badly distributed.
>
> The historic function of Expanded Box, the last embodiment of an
> enduring attention Arco devoted to new media and languages, is
> precisely that of cultivating and redistributing the future, and
> supporting an ?expanded? definition of art. In the last ten years, and
> through different programs, Arco has done exactly that, hosting and
> offering market opportunities to a growing number of galleries that
> take up this challenge, at their own risk. When you see this compact
> block of eight galleries that offer their space to monographic
> projects - often decidedly ambitious - you could be forgiven for
> thinking that Expanded Box is one of those typical cultural
> initiatives increasingly staged on occasion of contemporary art fairs,
> with the idea of accompanying the dialogue and exchanges between
> galleries and collectors, but without attempting to compete with them.
> This is not the case.
>
> Expanded Box, today, is the place where Leo Castelli would go to sell
> and Alfred H. Barr would go to buy. I am aware that this might sound
> rhetorical, and possibly a little ingenuous, but I cannot find a non-
> rhetorical way to say that there, more than anywhere else, the seeds
> of an evolution are germinating. They rest, well protected, in the
> machines of Lawrence Malstaf and the interactive environmental
> installations by Pors & Rao; in the sound installations by Manas and
> Moori and Thomson & Craighead; in the exploration of the dividing line
> between matter and the dematerialization of the media undertaken by
> the Korean Kim Jongku, and in John Gerrard´s 3D animations. They
> reproduce at the speed of a virus in the works of Joan Leandre, who
> upends the hyperreal interfaces that filter our rapport with reality,
> while they lurk in UBERMORGEN.COM´s media hacking activities, which
> uses low-tech tools to bring the giants of e-commerce to their knees.
>
> For ten years Expanded Box has invested in this new current, the
> novelty of which, we should reiterate, lies not so much in the media
> that these works use, but in the culture they reflect and in the idea
> of art that they open the way for.
>
>
> ---
>
> Domenico Quaranta
>
> mob. +39 340 2392478
> email. qrndnc at yahoo.it
> home. vicolo San Giorgio 18 - 25122 brescia (BS)
> web. http://www.domenicoquaranta.net/
>
> "Computers are incredibly fast, accurate and stupid. Human beings are
> incredibly slow, inaccurate and brilliant. Together they are powerful
> beyond imagination." Albert Einstein
>
>
>
>
>
> _______________________________________________
> AHA mailing list
> AHA at ecn.org
> http://www.ecn.org/mailman/listinfo/aha
>
_______________________________________________
AHA mailing list
AHA at ecn.org
http://www.ecn.org/mailman/listinfo/aha
More information about the AHA
mailing list