[aha] Steampunk

massimo cittadini massimodelcontrasto a gmail.com
Lun 5 Ott 2009 17:43:09 CEST


Salve,
credo che sia il mio primo messaggio alla lista e forse dovrei tenermi
l'occasione per qualcosa di piu' "sostanzioso", ma il "vecchio"
Antonio su di me ha sempre una presa mitica, e non posso esimermi
dall'applaudire quasi tutto quello che dice o fa, e quindi anche
questa sua introduzione, o possibile tale, mi trova fondamentalmente
entusiasta nel leggere cosi' intelligenti citazioni, richiami,
collegamenti e intuizioni messe insieme al fine di creare, credo, un
quadro di base utile da cui partire, un riferimento per le
interpretazioni e gli sviluppi che seguiranno...

>
> Steampunk: tempo, velocità, progettualità
>
> “ [Steampunk è un termine] coniato alla fine degli anni ottanta, in analogia
>....
>... In un eterno e dilatato
> presente qual è quello della società delle merci immateriali
>... o a una torsione del “presente„
> costretto a farsi carico di tutta la temporalità, e perciò costantemente
> ibridato, riletto, ridefinito.

Qui non posso fare a meno di notare le diverse analogie con quello
che, con bifo e altri, avevamo chiamato "dopofuturismo", senza la
pretesa di farlo riconoscere come movimento  d'avanguardia, artistico
o meno, ma come spunto di discussione sui cambiamenti che il
significato della parola "futuro" evoca oggi nelle coscienze, in tutte
le coscienze, consapevoli o meno del presente che viviamo...

la mia personale interpretazione parte dalla constatazione che,
leggendo la storia, viene fuori che l'umanita', grazie alla tecnologia
di cui e' artefice e schiava, ha imposto alla realta' i suoi sogni, ma
contemporaneamente ha materializzato incubi... la rete, e i meccanismi
mutevoli con cui si trasforma, sono l'ultimo sogno realizzato, cosi'
come da sempre si e' sognato di volare, o di poter vedere a
distanza... e quello che stiamo vivendo (il prezzo che stiamo pagando
o il vantaggio che riceviamo) e' l'allargamento frattale delle
informazioni, delle conoscenze, delle pratiche, delle mistificazioni e
delle illuminazioni, delle traduzioni e delle conversioni, ... e di
tante altre cose, in una sorta di manierismo digitale in cui la
rilettura e il riciclo, l'ibridazione continua, la ridefinizione dei
parametri stessi su cui poter costruire (e ri-costruire)
interpretazioni e relazioni sono intrecciate in strani loop mutanti
che assomigliano ad anelli di moebius, in cui cio' che e' conosciuto e
cio' che e' sconosciuto si mescolano sempre piu' freneticamente sempre
nello stesso presente, proprio mentre si rende sempre piu' evidente la
NECESSITA' di un FORTE rallentamento, di una vera decrescita globale,
di una svolta, come si suol dire... e' come se si materializzasse
nell'aria che respiriamo (perlopiu' odorosa di merda) la sensazione di
vivere in un loop a spirale di cui non conosciamo la fine, ma sappiamo
che e' uguale a ieri e ad adesso, anche se cambia in maniera poco
controllabile ogni giorno piu' velocemente...
(scusate il pippotto!)
>
> Il secondo tema che mi pare centrale nello “steampunk sociale„ è quello del
> corpo, e in genere della materialità

Anche qui non posso fare a meno di notare quanto cio' si leghi ai
discorsi sul physical computing che poi escono fuori in progetti e
oggetti materiali spesso legati ad azioni fisiche, e a un immaginario
vicino sia allo steampunk che al DIY e alla cultura della
condivisione...

> ... un buon antidoto è però quello della terza importante
> componente dello steampunk sociale: quella della catastrofe, del disastro.
> Questa è la componente che più distingue lo steampunk sociale da quello
> puramente letterario, e segna avvicinamenti e alleanze a tutta prima curiosi
> e imprevedibili, per esempio con l'immaginario ballardiano.
>
> Per tutti questi motivi lo steampunk ci richiama con acutezza a una
> riconsiderazione di tutta la dimensione del progettare, che valorizzi
> (ovviamente) la dimensione del DIY, dell'autogestione e dell'autonomia (in
> sintonia con l'etica hacker), ma che sia anche capace di sfidare la teoria
> economica e politica a rinnovare le proprie categorie rimescolando e
> “immaginando„ più di guanto sinora non abbia fatto.
>
>
>
> gadda
>

"più di guanto sinora non abbia fatto." (stupendo! 8)) )

...dopo aver letto questa mail mi e' venuta in mente l'ipotesi di
portare a Milano le opere presentate a Carrara a febbraio, appunto,
per il dopofuturismo, (vd http://www.youtube.com/watch?v=VdRWLTKOmlo
)(che Martina e altri hanno avuto modo di provare al Feedback Festival
alla fine di giugno) e passo la proposta alla lista, e in particolare
a chi sta lavorando agli aspetti espositivi dell'evento. Ho parlato
con gli studenti autori delle opere e quasi tutti hanno dato la loro
disponibilita', ma forse potrebbe anche essere interessante integrare
tali opere con altri progetti realizzati "ad hoc" e plausibili
nell'accostamento, magari realizzati usando arduino e puredata nel
laboratorio dedicato a Pd, oppure con pratiche di toy-hacking, ecc

Spero di non arrivare troppo in ritardo con una proposta ancora tutta
da verificare in quanto a spazi, logistica, partecipazioni,... e
aspetto qualche risposta.

saluti cari a tutti quelli della lista che ho conosciuto (e anche agli altri)

massimo cittadini



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