[aha] Steampunk /// a proposito del mitico Antonio
mariano equizzi
marianoe a hotmail.it
Lun 5 Ott 2009 19:02:56 CEST
stiamo chiudendo il progetto video di Blood Electric e volevo presentarvi i primi 5 minuti montati,
o per meglio dire remixati, della performance che Antonio ha fatto a al COX con noi dei Komplex.
grazie ancora Antonio.
http://www.lucaliggio.com/bloodelectric.html
> From: massimodelcontrasto at gmail.com
> Date: Mon, 5 Oct 2009 17:43:09 +0200
> To: aha at lists.ecn.org
> Subject: Re: [aha] Steampunk
>
> Salve,
> credo che sia il mio primo messaggio alla lista e forse dovrei tenermi
> l'occasione per qualcosa di piu' "sostanzioso", ma il "vecchio"
> Antonio su di me ha sempre una presa mitica, e non posso esimermi
> dall'applaudire quasi tutto quello che dice o fa, e quindi anche
> questa sua introduzione, o possibile tale, mi trova fondamentalmente
> entusiasta nel leggere cosi' intelligenti citazioni, richiami,
> collegamenti e intuizioni messe insieme al fine di creare, credo, un
> quadro di base utile da cui partire, un riferimento per le
> interpretazioni e gli sviluppi che seguiranno...
>
> >
> > Steampunk: tempo, velocità, progettualità
> >
> > “ [Steampunk è un termine] coniato alla fine degli anni ottanta, in analogia
> >....
> >... In un eterno e dilatato
> > presente qual è quello della società delle merci immateriali
> >... o a una torsione del “presente„
> > costretto a farsi carico di tutta la temporalità, e perciò costantemente
> > ibridato, riletto, ridefinito.
>
> Qui non posso fare a meno di notare le diverse analogie con quello
> che, con bifo e altri, avevamo chiamato "dopofuturismo", senza la
> pretesa di farlo riconoscere come movimento d'avanguardia, artistico
> o meno, ma come spunto di discussione sui cambiamenti che il
> significato della parola "futuro" evoca oggi nelle coscienze, in tutte
> le coscienze, consapevoli o meno del presente che viviamo...
>
> la mia personale interpretazione parte dalla constatazione che,
> leggendo la storia, viene fuori che l'umanita', grazie alla tecnologia
> di cui e' artefice e schiava, ha imposto alla realta' i suoi sogni, ma
> contemporaneamente ha materializzato incubi... la rete, e i meccanismi
> mutevoli con cui si trasforma, sono l'ultimo sogno realizzato, cosi'
> come da sempre si e' sognato di volare, o di poter vedere a
> distanza... e quello che stiamo vivendo (il prezzo che stiamo pagando
> o il vantaggio che riceviamo) e' l'allargamento frattale delle
> informazioni, delle conoscenze, delle pratiche, delle mistificazioni e
> delle illuminazioni, delle traduzioni e delle conversioni, ... e di
> tante altre cose, in una sorta di manierismo digitale in cui la
> rilettura e il riciclo, l'ibridazione continua, la ridefinizione dei
> parametri stessi su cui poter costruire (e ri-costruire)
> interpretazioni e relazioni sono intrecciate in strani loop mutanti
> che assomigliano ad anelli di moebius, in cui cio' che e' conosciuto e
> cio' che e' sconosciuto si mescolano sempre piu' freneticamente sempre
> nello stesso presente, proprio mentre si rende sempre piu' evidente la
> NECESSITA' di un FORTE rallentamento, di una vera decrescita globale,
> di una svolta, come si suol dire... e' come se si materializzasse
> nell'aria che respiriamo (perlopiu' odorosa di merda) la sensazione di
> vivere in un loop a spirale di cui non conosciamo la fine, ma sappiamo
> che e' uguale a ieri e ad adesso, anche se cambia in maniera poco
> controllabile ogni giorno piu' velocemente...
> (scusate il pippotto!)
> >
> > Il secondo tema che mi pare centrale nello “steampunk sociale„ è quello del
> > corpo, e in genere della materialità
>
> Anche qui non posso fare a meno di notare quanto cio' si leghi ai
> discorsi sul physical computing che poi escono fuori in progetti e
> oggetti materiali spesso legati ad azioni fisiche, e a un immaginario
> vicino sia allo steampunk che al DIY e alla cultura della
> condivisione...
>
> > ... un buon antidoto è però quello della terza importante
> > componente dello steampunk sociale: quella della catastrofe, del disastro.
> > Questa è la componente che più distingue lo steampunk sociale da quello
> > puramente letterario, e segna avvicinamenti e alleanze a tutta prima curiosi
> > e imprevedibili, per esempio con l'immaginario ballardiano.
> >
> > Per tutti questi motivi lo steampunk ci richiama con acutezza a una
> > riconsiderazione di tutta la dimensione del progettare, che valorizzi
> > (ovviamente) la dimensione del DIY, dell'autogestione e dell'autonomia (in
> > sintonia con l'etica hacker), ma che sia anche capace di sfidare la teoria
> > economica e politica a rinnovare le proprie categorie rimescolando e
> > “immaginando„ più di guanto sinora non abbia fatto.
> >
> >
> >
> > gadda
> >
>
> "più di guanto sinora non abbia fatto." (stupendo! 8)) )
>
> ...dopo aver letto questa mail mi e' venuta in mente l'ipotesi di
> portare a Milano le opere presentate a Carrara a febbraio, appunto,
> per il dopofuturismo, (vd http://www.youtube.com/watch?v=VdRWLTKOmlo
> )(che Martina e altri hanno avuto modo di provare al Feedback Festival
> alla fine di giugno) e passo la proposta alla lista, e in particolare
> a chi sta lavorando agli aspetti espositivi dell'evento. Ho parlato
> con gli studenti autori delle opere e quasi tutti hanno dato la loro
> disponibilita', ma forse potrebbe anche essere interessante integrare
> tali opere con altri progetti realizzati "ad hoc" e plausibili
> nell'accostamento, magari realizzati usando arduino e puredata nel
> laboratorio dedicato a Pd, oppure con pratiche di toy-hacking, ecc
>
> Spero di non arrivare troppo in ritardo con una proposta ancora tutta
> da verificare in quanto a spazi, logistica, partecipazioni,... e
> aspetto qualche risposta.
>
> saluti cari a tutti quelli della lista che ho conosciuto (e anche agli altri)
>
> massimo cittadini
>
> _______________________________________________
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