[aha] R: nel movimento

gadda1944 a libero.it gadda1944 a libero.it
Mer 21 Ott 2009 10:52:27 CEST


Bell'articolo. Lo sequestro per i materiali del warm up su Subvertising etc.

 

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----Messaggio originale---- Da: nuratafeche at tiscali.it Data: 21/10/2009 1.28 A: "artistic activism and net culture"<aha at lists.ecn.org> Ogg: [aha] nel movimento  
dopo una chiacchierata con lo|bo mi sono decisa a inoltrarvi questo breve articolo uscito su A rivista 
 

Nuove forme di lotta Ripensare le forme della comunicazione, orientarsi verso un&rsquo;espressione performativa di liberazione, proporre e realizzare nuovi interventi di strada. Soprattutto all&rsquo;estero &egrave; una realt&agrave; concreta dal Pinkarnival al Rhytms of Resistance o alla Pink Samba Band.  Forse ci stiamo rendendo conto che &ldquo;rivendicazione&rdquo; non &egrave; pi&ugrave; la sola parola che contraddistinguer&agrave; le nostre lotte. &ldquo;Ingegnoso e creativo&rdquo; sono quei due aggettivi che possono evocare e suggerire tanto di pi&ugrave; quella nuova forma di protesta incisiva e trascinante, che ci piacerebbe vedere nelle nostra strade. Molti dei facili commenti distruttivi a questo genere di proposta &egrave; che &ldquo;la politica &egrave; una cosa seria&rdquo;. Ma anche la noia lo &egrave;. Una gioiosa resistenza. Le forme di protesta e di opposizione che stanno evolvendosi in mezzo mondo, puntano i piedi sull&rsquo;estrema necessit&agrave; di ripensare le forme della comunicazione, una conquista. Collettivi molto radicati propongono tattiche inesplorate nelle strade durante cortei anti-capitalisti con una passione differente e veramente coinvolgente, magari anche con riferimenti pi&ugrave; pungenti e sotterranei. Dal Pinkarnival al Rhytms of Resistance o Pink Samba Band, le manifestazioni e le iniziative sono orientate verso un&rsquo;espressione soprattutto performativa di liberazione, febbricitante e massiccia, pink block quasi a identificare l&rsquo;entusiasmo della sovversione nel colore rosa shocking o colori simili, nelle piume delle maschere e nei corpi danzanti che vogliono offrire una critica alternativa, mobile e non violenta, occupando e muovendo lo spazio intorno. Apparir&agrave; sorprendente vedere che attraverso il ritmo di samba si possa essere magari pi&ugrave; comprensibilie che in questo modo la forza di comunicazione si mostri pi&ugrave; ludica, pi&ugrave; estroversa e quindi pi&ugrave; avvicinabile, come soprattutto il movimento LGBITeQueer, senza precedenti sta dimostrando, senza aver paura di perdere una austera determinazione e voglia di fare LA Rivoluzione. Esempi sono il Catania Pride 2009 o i Carnival Bloc di Barcelona nel 2001 o meglio le dimostrazioni di Rhytms durante le manifestazioni NoBorder, scrivendo nero su fucsia giganti slogan come Queer without Border. Come anche il Carnevale della Plaine che si svolge da anni in un quartiere popolatissimo di Marsiglia, prendendosi argutamente gioco della goffa esibizione clericale, facendo vivere con spirito libertario un senso nuovo di appartenenza ai luoghi, specie quando sono nucleo di grande fertilit&agrave; culturale. Una sorta di normalizzazione inversa quella di Marsiglia, in cui le grandi azioni di rivendicazione in strada sono esattamente ci&ograve; che ci si dovrebbe aspettare. Il sabotaggio, il capovolgimento e l&rsquo;esasperazione del significato e di archetipi fin troppo noti pu&ograve; determinare un&rsquo;esplosiva empatia.
L&rsquo;ironia colpisce duro

Tutto questo necessita sicuramente di uno sforzo in pi&ugrave;, ossia non &egrave; pi&ugrave; solo valida la critica al massimo sistema ma anche lo studio rivolto verso di esso, la profonda consapevolezza dei pi&ugrave; sordidi meccanismi, come propone il lavoro del collettivo canadese Adbusters (distruttori di pubblicit&agrave;), una rete di artisti, studenti hacker, scrttori ecc.il cui lavoro &egrave; volto a sviluppare un nuovo movimento di attivismo sociale, attraverso riviste articoli e documentari. Non &egrave; sensazionalismo, &egrave; invece l&rsquo;atteso entusiasmo che ora esplode e viene riconosciuto come l&rsquo;inizio di un percorso in cui la creativit&agrave; si fonde con la conoscenza e l&rsquo;informazione. Ma ora, tutto questo ha per fortuna ancora bisogno di fare strada.  Un esempio molto calzante sono le e i Radical Cheerleadears, un gruppo nato in Florida che ben presto si &egrave; allargato in tutti gli Stati Uniti, la cui estetica &egrave; data dalla riappropriazione dei comunissimi stereotipi della fluorescente ragazzetta coi pon-pon che saltella cantando gli slogan delle parate, totalmente sovvertito. gli attivisti e le attiviste Radical scendono per le strade trasformandosi in agitatori urbani armati di calzoncini fucsia e gonnelline attillate,destabilizzando la comune percezione della cheerleader. Ovviamente, l&rsquo;ironia &egrave; ci&ograve; che pi&ugrave; colpisce duro, lo stravolgimento del suo immaginario commmerciale.(chiunque negli USA, sa cosa rappresenta la cheerleader per la societ&agrave; americana, il posto che ricopre una di quelle figure del benessere sociale delle tragicamnete definte &ldquo;apparentemente tranquille&rdquo; provincie degli Stati Uniti) la contraddizione &egrave; fortissima e allo stesso tempo molto attraente, lo fa capire uno dei cori pi&ugrave; significativi dei Radical: 
 

 Resist! R is for Revolution! E is for Everybody! S Subvert the system! I Ignite debate! S We&rsquo;re gonna Smash the state! T we&rsquo;re gonna Tear it down! 
 
Un anno dopo le rivolte argentine, i passionari YoMango, volando tra Barcellona e Buenos Aires durante il periodo natalizio, propongono delle danzerecce turniche electro-tango nei corridoi dei supermercati, in cui un allungamento di mano durante il ballo per intascarsi una bottiglia di champagne, passa totalmente inosservato. Finite le danze, la festa si sposta solitamente negli uffici di qualche banca importante della citt&agrave;, danzando, inondando e urlando &ldquo;que se vayan todos!&rdquo;, riferendosi alla crisi economica argentina del 2001,alle multinazionali, ai politici e alle banche.  Vestiti con scolapasta e boa di struzzo
 

Un&rsquo;esperienza importantissima di cui ormai forse si &egrave; anche gi&agrave; raccontato troppo ma che riesce comunque bene a convicere nella sua &ldquo;prepotenza&rdquo; esplosiva. La rete di eco-rivoluzionari antiautoritari &ldquo;Reclaim the Streets&rdquo;. Un movimento molto eterogeneo con una spiccata attitudine DIY grazie anche ad un How-To pubblicato sul sito di come organizzare un evento di reclamo della strada nella propria citt&agrave;. Vera e propria rivendicazione, sottoforma di pura espressione artistica, culturale, sociale e urbana. RTS &egrave; attivismo unito da un&rsquo;affinit&agrave; elettiva tramutata da protesta in grande festa di strada: una sorta di carnevale urbano caratterizzato da un&rsquo;attitudine non violenta e largamente argomentata (spesso gli eventi, a seconda della predisposizione verso una tale protesta, hanno preso nomi come Carnival against Capitalism, Reclaim the Future, altri erano rave e altri blocchi stradali alla Critical Mass). La socialit&agrave; che portava RTS ha avuto una grandissima risonanza, perfino in Africa e Australia; in Italia un avvenimento simile si &egrave; visto nel novembre &lsquo;99 (probabilmente molte azioni si proponevano, tra le altre cose, di coinvolgere quanti pi&ugrave; vecchietti residenti nel quartiere per il supporto a costruire piste ciclabili). Rimanendo nel &ldquo;movimento dal colore rosa&rdquo;, &egrave; necessario soffermarsi su un piccolo passaggio, la Clandestine Insurgent Rebel Clown Army (CIRCA) che &egrave; forse uno dei discorsi pi&ugrave; lunghi e interessanti degli ultimi anni. Piccoli o oceanici gruppi di persone vestite con scolapasta e boa di struzzo rosso caricano la gente di allegria di fronte a schiere anonime e ingrigite di polizia in assetto antisommossa, spesso riproducendo spavaldamente il comportamento del soldatino in divisa, ma provocando e cercando una reazione positiva e complice. CIRCA ha una profondissima analisi e sottile ironia che crea dei legami di comprensione infiniti. Il continuo bisogno di confronto e di emulazione rende la Clown Army uno degli esperimenti dialettici e creativi pi&ugrave; riconosciuti, dal Brasile alla Danimarca. Tutto ci&ograve; si basa su un terreno molto complesso: una critica all&rsquo;estetica del potere connessa alla spettacolarit&agrave; di un linguaggio diretto e teatrale decisamente ridicolo, con dei risultati disarmanti nella loro semplicit&agrave;. Per questo l&rsquo;esercito si &egrave; visto un po&rsquo; dappertutto anche in situazioni molto dure, dai tesissimi giorni di Rostock al g8 di Gleaneagles del 2005. Questo riesce comunque a non interferire nel modo di fare azione diretta non violenta e comunicare con una enorme forza (ultimi avvistamenti dei nasi rossi sono stati i giorni di strasburgo, durante le enormi proteste contro la NATO, in cui quasi tutti i clown dell&rsquo;esercito sono stati fermati dalla polizia francese e dispersi durante il corteo, impedendogli la non violenta parata verso il centro della citt&agrave;).
 
Il ritrovamento della socialit&agrave;

Questo &egrave; tutto ci&ograve; che succede per il mondo. E ora finalmente l&rsquo;ispirazione &egrave; arrivata fino a qui. La voglia di sperimentare &egrave; cresciuta spontaneamente come in un orto umido di pioggia. E da qui &egrave; nato Sciame, insofferenti come milanesi e pungenti come un insetti, una sgangherata banda di gente che sopporta la citt&agrave; attuale, ma alllo stesso tempo ha scelto di interrompere e interferire in un&rsquo;attesa, un momento di pigrizia e di affievolimento generale. La rivendicazione dello spazio e della dimensione del quartiere, una delle migliori qualit&agrave; che si sta perdendo a Milano, &egrave; il ritrovamento della socialit&agrave;, della collettivit&agrave; in piazza. I gesti possono essere semplici e molteplici, una ciclofficina itinerante, un mercato del baratto del buon cibo biologico mescolati con la curiosit&agrave; dei residenti del quartiere provenienti in realt&agrave; da ogni parte del mondo, racchiusi o meglio, liberamente profusi, in una piazza qualsiasi. Volti sempre alla creazione di Zone temporaneamente Autonome, a volte armoniche, se di mezzo c&rsquo;&egrave; un coro itinerante che attraversa le vie della citt&agrave; distribuendo testi dei canti e volantini che interferiscono nella politica di oppressione. I concetti non sono diversi e cambiati, dalle proposte gi&agrave; sfruttate del vecchio Bey o Deb&ograve;rd, non &egrave; nulla di nuovo. Ma volte che il desiderio di convivialit&agrave; diventi tanto pi&ugrave; forte da scavalcare la paura della legalit&agrave; e della realizzazione pratica, permettendo un gioco di ingegno e una sperimentazione che riesce a liberarsi dagli schemi.  L&rsquo;attitudine &egrave; cambiata. Perch&eacute; il bisogno &egrave; cambiato. La realt&agrave; &egrave; nelle strade e l&agrave; viene vissuta. Il desiderio di Sciame &egrave; soprattutto quello di sperimentarsi e fare il passo successivo raggiungendo davvero l&rsquo;esterno, tenendo un piede nella realt&agrave; e uno nel sogno, nel gioco della rivendicazione dello spazio comune; nel capovolgimento di ci&ograve; che &egrave; percepito come &ldquo;normale e comune&rdquo; e ci&ograve; che invece &egrave; considerato &ldquo;esagerato e grottesco&rdquo; e mescolarlo insieme. La conclusione probabilmente si ripone nel quesito che propose Roland Barthes, che viene utilizzato nel famoso libro sulla comunicazione-guerrilla come incipit: &ldquo;la migliore sovversione non consiste forse nel distorcere i codici, anzich&eacute; distruggerli?&rdquo;.  
   
post s: Che cosa &egrave; lo Sciame Sciame &egrave; un gruppo di persone, singole o provenienti da diverse realt&agrave; dal cuore libertario come Scighera e Torchiera,che si &egrave; unito con il desiderio di fondersi con il tessuto urbano,occupando uno spazio e un tempo per creare una nuova convivialit&agrave; di piazza, senza lasciarsi troppo intimorire dalle liberticide formalit&agrave; legali. Sciame vive solo nelle strade, talvolta in coro e armoniche a bocca nei cortei, in quartieri periferici e multiculturali con aperitivi autogestiti, ciclofficine,mercatini, e in tutti i modi possibili che si possono inventare per ritrovare la socialit&agrave; nella sua espressione pi&ugrave; libera e spontanea. Lo Sciame non arruola, non marcia,non sta composto &egrave; una disarticolata sintonia di rumori.  
 per il momento non aggiungo nulla di pi&ugrave; a ci&ograve; che &eacute; gi&agrave; scritto,&eacute; una panoramica e un'occhiata di riguardo ma spero si possa sviluppare un dialogo,semmai possa essere utile e cercare di materializzarlo (magari anche in ahackitude) con anche la speranza di riformulare e sperimentare nuove modalit&agrave; anche qui, a milano soprattutto, e nel movimento vedremo! insieme...    
-- jalla!


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