[aha] ANARCHEOLOGY- AZ.NAMUSN.ART’s project
riccardo fadda
faddariccardo a hotmail.com
Ven 27 Maggio 2011 15:01:15 CEST
ANARCHEOLOGY- AZ.NAMUSN.ART’s project
Genere: arte contemporanea – mostra personale
Titolo: Anarcheology
Autore: Az.Namusn.Art (Riccardo Fadda e Pietro
Pintadu)
Inaugurazione: 28 maggio, ore 18:00
Sede: Porto Torres, Antiquarium Turritano,
via ponte romano 92
Date: 29 maggio – 24 giugno 2011
Info: www.aznamusnart.org
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SOPRA E CONTRO
L’ARCHEOLOGIA
Il titolo di questa ulteriore
iniziativa nata dallo sdegno civile di Az.Namusn.Art, si presta a numerose
letture. Il prefisso “ana”, in greco può significare tanto “sopra”, che
“contro”. Credo pure che abbia a che fare anche con l’anarchia. Insomma, ci
stiano tutte le interpretazioni. Stavolta, però, gli artisti turritani hanno
davvero toccato diversi nervi scoperti. E provocato un cortocircuito cittadino
che non risparmia nessuno.
Dal 2006 le loro attività si
concentrano su temi sociali. Spesso
prendono spunto dagli enormi spazi abbandonati della zona industriale di Porto
Torres, ancora in attesa di bonifica. Questa poco romantica ispirazione, negli
anni, ha dato vita a numerose “derive” in quella sorta di no man’s land, che si estende su un’area di circa tre volte quella
abitata. Qui, tra i danni ambientali del recente collasso industriale sardo e
la lista nera delle morti per tumore, è maturato il disgusto per le istituzioni
locali, incapaci di gestire il fallimento di quell’utopia produttiva imposta
dall’esterno. Non solo. Sotto la scure della loro indignazione, è caduta anche
la diffusa cultura del fatalismo, soprattutto giovanile, condivisa dalla
maggior parte della popolazione.
Ecco che, tra aree dismesse –
tutt’oggi non bonificate –, fatiscenti capannoni abbandonati, pomeriggi passati
al bar, l’identità dei cittadini viene inghiottita in una quotidianità logora,
rancorosa, priva di prospettive. Un nichilismo immoto. Il rifiuto radicale
della speranza, uccisa dall’apatia.
Mediante l’arte, invece,
Az.Namusn.Art propone un risveglio delle coscienze. Però non è mai una sveglia
cordiale, amichevole. Infatti, non è più tempo per tortuosi panegirici o
soffuse sollecitazioni culturali. Con il maglio della frustrazione di una
cittadinanza intera a dettare il ritmo, Az.Namusn.Art fa esplodere tutta la sua
rabbiosa creatività. Sideralmente lontani dall’ovvietà delle scuole d’arte
locali, imprendibili, incorruttibili, abusivi per necessità antropologica, gli
Az.Namusn.Art avanzano modelli di riflessione, non soluzioni rassicuranti.
Questa volta, con la
collaborazione di due giovani archeologi disoccupati, e aggirando i numerosi
divieti d’accesso, si sono introdotti in uno degli stabili più decrepiti della
zona. Hanno individuato la bocca di un vecchio forno per fondere il ferro, e lì
hanno allestito un vero e proprio cantiere di scavo. Nel pieno rispetto delle
pratiche archeologiche, questo mostro ecologico è stato trattato con la
delicatezza che si dedica ai ritrovamenti delle più antiche civiltà sepolte.
Hanno infine portato in luce una miriade di reperti, che testimoniano la vita
dell’intera ferriera. I vari materiali raccolti, accuratamente catalogati dagli
archeologi, infine andranno ad aggiungersi clandestinamente alla vasta
collezione di reperti della città di Turris
Libisonis, risalenti al II
secolo, conservati nel museo Antiquarium
Turritano di Porto Torres.
Anarcheology, quindi, è il pugno chiuso della contro-archeologia,
che si abbatte sull’ignavia della popolazione. È il sinistro risuonare di una
contro-scienza implacabile nello svelare l’ipocrisia della classe dirigente. È
il martellante richiamo di un contro-turismo da imporre ad una visione comunque
edulcorata (che sia barbarica o balneare, poco importa) di una terra ancora
troppo amara, per essere amata semplicemente per quello che è.
Maurizio Coccia
The title of this latest initiative created by the civil outrage of
Az.Namusn.Art, lends itself to various interpretations. The prefix
"ana" in greek can mean both "above" and "against
". I believe it has something to do with anarchy. In short, it has many
interpretations. This time, however, as artists they have really touched many
raw nerves, creating a short circuit in
the city that spares no one.
Since 2006, their activities
focus on social issues. Often their cue are taken from the huge chunks of the
abandoned industrial zone of Porto Torres, still waiting for clearance. This
little romantic inspiration over the years has created several
"drift" in a sort of “no man's land”, which covers an area
three times bigger than the populated one. Here, among the environmental damage
of the recent sardinian industrial collapse and a black list of deaths from
cancer, has acquired a distaste for the local institutions, unable to handle
the failure of utopic production imposed from outside. Not only that. Under the
axe of their indignation, fell also the widespread culture of fatalism, especially
in the youngest generation, shared by a majority of the population.
Here, between brownfield sites - still not reclaimed -, crumbling
abandoned warehouses, afternoons spent at the bar, the identity of citizens is
swallowed up in a worn everyday, rancorous, with no prospects. A motionless
nihilism. The radical rejection of hope, killed by apathy.
Through art, instead, proposes Az.Namusn.Art an awakening of conscience.
But it is never a friendly wake-up. In fact, there is no time for eulogies or
winding soft cultural stimuli. With the hammer of the frustration of a whole
city to dictate the pace, Az.Namusn.Art blows all his furious creativity. Far
from obvious local art school, uncontrolable, incorruptible, for abusive
anthropological necessity, the Az.Namusn.Art advances model of reflection, not
soothing solutions.
This time, with the collaboration of two young unemployed
archaeologists, bypassing the numerous prohibitions of access they introduce themself into a building of
the most decrepit area. They identified the mouth of an old iron melting
furnace, and there have set up a real excavation site. In full respect of
archaeological practice, this eco-monster was treated with the delicacy that is
dedicated to the discovery of the oldest buried civilizations. They also
brought to light a myriad of findings, which bear witness to the life of the
whole foundry. The various materials collected, carefully cataloged by
archaeologists finally will be added illegally to the extensive collection of
II A.D. artifacts of the city of Turris Libisonis, preserved insinde the
Antiquarium Turritano museum of Porto Torres.
Anarcheology, then, is the clenched fist of counter-archeology, which
struck on the sloth population. It is the left ring of a counter-science relentless
in revealing the hypocrisy of the ruling class. It is the incessant call of a
counter-tourism to be imposed on a vision, however, sweetened (it is barbaric
or bathing, it does not matter) of a land still too bitter to be loved just for
what it is.
Maurizio Coccia
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