[aha] Media, New Media, Postmedia (Postmediabooks 2010)

Domenico Quaranta qrndnc a yahoo.it
Mar 30 Nov 2010 15:52:15 CET


Ciao Tatiana, e ciao aha,

grazie per il feedback. Sinceramente, non mi aspettavo di dover  
rispondere a tante domande a stretto giro di press release, ma mi fa  
comunque molto piacere.

> grazie per la segnalazione del tuo libro, che avro' piacere di leggere
> con calma. Per adesso mi sono rovinata un po' gli occhi leggendo  
> alcune
> parti su google libri ;-)
> Ovviamente rimando ogni commento piu' approfondito a quando il libro
> sara' reperibile per intero (anche online? speriamo!)

Purtroppo no. Il blog cercherà di espandere i contenuti del libro, il  
quale purtroppo è pubblicato sotto copyright. Una preview dell'80% su  
google books è tutto quanto l'editore può permettersi, se vuole  
recuperare almeno le spese di stampa.

> La risposta quindi per lui stava nel perturbare, e andare oltre le
> definizioni, aprendole nel concetto di arte in generale. Un'arte pero'
> che volesse fare critica, e quindi creare azioni "mobili",  
> costruttive e
> destrutturanti allo stesso tempo (come conclude, "art must be
> destructive and constructive").

Broeckmann, ancor più di Weibel, è sicuramente uno dei numi tutelari  
del libro. Non ho citato il testo a cui fai riferimento, ma in  
compenso faccio riferimento ad altri che veicolano le stesse idee.
>
> Tornando al tuo libro mi chiedo quindi se abbia senso l'operazione di
> creare una nuova definizione, quella di postmedialita'. Non sarebbe  
> piu'
> semplice usare la parola arte, per raggiungere lo stesso obiettivo?
> E poi mi chiedo, nella definizione di postmedialita' a cui ti  
> riferisci
> non e' implicita quella di intermedialita', gia' usata nel mondo
> dell'arte contemporanea dagli artisti Fluxus, per esempio? Mi sembra
> naturalmente di capire che il tuo intento e' quello di andare oltre il
> concetto di media per aprirlo a pratiche diffuse, e andare ad indagare
> il codice sorgente dell'arte - definizione che trovo molto bella.  
> Pero',
> perche' superare il concetto di media se poi lo si usa comunque nella
> nuova definizione (post-media)?

Hai colto perfettamente nel segno. So che il titolo (che non è farina  
del mio sacco) può trarre in inganno: non devi leggerlo come una  
progressione (media > new media > postmedia), ma come l'enucleazione  
di tre concetti nodali su cui ruota il libro. In altre parole, la  
postmedialità non è affatto un punto d'arrivo, ma solo uno dei  
concetti discussi e una "forca caudina" sotto cui la new media art  
deve passare per essere discussa solo come arte. Del resto, non è  
neanche un concetto nuovo, essendo stato usato, in passato, da Weibel,  
Krauss, Manovich e dal mio editore.

Insomma, io non creo proprio nulla, mi limito a considerare una  
situazione complessa e stagnante e a indicare delle vie d'uscita. La  
postmedialità, in questo contesto, non è una nuova definizione, ma un  
passaggio: dicendo che la prospettiva postmediale può giovare all'arte  
già nota come new media art mi sto limitando a dire che l'arte già  
nota come new media art è, come tutta l'arte a partire dagli anni  
sessanta, postmediale.

Credo che qui risieda anche la principale differenza tra il concetto  
di "intermedia" e quello di postmedialità (in cui convergono i due  
DIFFERENTI concetti inglesi di "post-medium" (Krauss) e "post- 
media" (Weibel / Manovich): il primo è un'etichetta, il secondo è una  
condizione condivisa da tutta l'arte contemporanea. Ma qui il discorso  
sarebbe lungo, ed è (spero) ben argomentato nel libro

Un abbraccio a tutti!
d





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